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Volantino distribuito a Pistoia il 12.09.97


    LETTERA APERTA ALL’ON. BERLINGUER

    Onorevole Ministro della P.I.,

    le scriviamo per esprimerle il nostro totale dissenso nei confronti della gestione politica del ministero da lei presieduto, in particolare vogliamo sottoporle alcune considerazioni in merito al disegno di legge con il quale si prevede il finanziamento pubblico delle scuole private e a quello relativo alla riforma della scuola.

    Una domanda sorge subito spontanea. Perché un governo di centro-sinistra e in partico-lare un ministro del Pds vuole con i soldi di tutti finanziare le scuole per alcuni?

    Antonio Santoni Rugiu, ordinario di storia della pedagogia all’università di Firenze, ha definito il suo disegno di legge una breccia di Porta Pia alla rovescia. Infatti nel d.d.l. si prevede un sistema pubblico fatto anche da scuole private, cosicché la differenziazione tra istruzione pubblica e privata stabilita dalla Costituzione non esiste più. Lo Stato non ha più l’obbligo di estendere l’offerta pubblica a tutto il territorio, ma interviene rispondendo alla domanda di istruzione mediante interventi finanziari a favore delle scuole private.

    Non le sembra on. Ministro di violare quel “senza oneri per lo Stato” previsto dall’art.33 della Costituzione?
    E poi non è un po’ sfrontato, in un momento in cui si chiedono sacrifici e pesanti tagli di classi e di personale all’interno della scuola pubblica (a Pistoia nell’a.s. 97-98 si è avuta una riduzione di 49 classi e 168 posti) , proporre finanziamenti alle scuole private (che ol-tretutto, come lei ben sa, sono essenzialmente cattoliche) ?
    Infine non le appare “fuorviante” - come afferma la presidente del Cidi, Alba Sasso - in una fase di costante riduzione degli investimenti sulla scuola (17.000 miliardi in meno negli ultimi sette anni), riproporre “un’antica rivendicazione di parte, che peraltro non ha mai trovato accoglienza in cinquant’anni di governo democristiano dell’istruzione”, pro-prio nel momento in cui forte è la necessità di riqualificare la scuola di tutti?

    Noi speriamo che la Corte Costituzionale, chiamata ad esprimersi sul finanziamento alle scuole private - previsto da una legge della Regione Emilia Romagna - in seguito al ricor-so del Comitato Scuola e Costituzione, emetta un parere sfavorevole così da bloccare, in-sieme all’analoga iniziativa della giunta Rutelli a Roma (17 miliardi regalati alle scuole private grazie all’appoggio del Polo e dei nazi-alleati), lo sciagurato disegno di legge da lei presentato. Ma anche se ciò non dovesse accadere faremo tutto ciò che è possibile per bloc-care una iniziativa che produrrà gravi danni alla scuola di tutti e per tutti.

    Poche parole relativamente al disegno di legge sulla riforma della scuola.
    Noi pensiamo che la proposta da lei presentata si configuri sostanzialmente come un'ipo-tesi di controriforma rispetto alla riforma che nel 1962 istituì la scuola media unica. In-fatti nel d.d.l si va a definire una scuola in cui si rompe l'unitarietà dei processi formativi, con il fine evidente di reintrodurre di fatto le scuole di avviamento professionale (una ipo-tesi caldeggiata anche da alcuni esponenti del sindacatino corporativo Gilda), anticipando la scelta del percorso scolastico a dodici anni e rendendo così la scuola dell'obbligo stret-tamente funzionale alle richieste confindustriali, da sempre orientate verso una riforma capace di plasmare la scuola sugli interessi della produzione e del mercato, mediante l'ap-prendistato alla professione.

    Come lei ben sa la sua proposta ha ricevuto molte critiche, tra le quali particolarmente si-gnificativa è quella della già citata Alba Sasso che individua gli aspetti negativi del pro-getto di "riforma" nella canalizzazione precoce degli alunni e nella rottura dell'impianto unitario della scuola dell'obbligo "a vantaggio di una idea di orientamento che privilegia più le cose da scegliere, un annusare un po' tutto" invece di puntare "al rafforzamento dell'occhio che sceglie, delle capacità di scelta. Se non si rafforza questa capacità saran-no in grado di scegliere solo i più forti cognitivamente e socialmente".

    Non le sembra, on. Ministro, che sia ancora valido ciò che scriveva nelle sue Tesi sulla scuola insieme a R.Rossanda e M.Cini nel lontano 1970, quando affermava che “La scuola moderna serve solo a riprodurre una società di ineguali. Essa non è riformabile. Va di-strutta e ricostruita con una lotta politica contro la divisione sociale del lavoro.” ?

    Le porgiamo distinti saluti.



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