NECRONOMICON


il libro maledetto


La notte s'apre sull'orlo dell'abisso.
Le porte dell'inferno sono chiuse:
A tuo rischio le tenti. Al tuo richiamo
Si desterà qualcosa per risponderti.
Questo regalo lascio all'umanità:
Ecco le chiavi.
Cerca le serrature; sii soddisfatto.
Ma ascolta ciò che dice Abdul Alhazred:
Per primo io le ho trovate: e sono matto.
(dalla prefazione al Necronomicon)
3. Sui libri dei «Miti di Cthulhu».

Ma qual era la verità? Cioè, qual era l'opinione di Lovecraft sulla letteratura magica operativa e sull'occultismo, e quanto c'era di vero e quanto di inventato nei numerosi «libri Maledetti» i cui titoli figurano nella narrativa sua e dei suoi corrispondenti?

Lasciamo che ce lo dica lo stesso Lovecraft, in una lettera inviata al suo corrispondente Willis Conover, che gli aveva posto una serie di domande sulla sua biblioteca e sulla effettiva consistenza dei testi attribuiti a maghi e stregoni.

A proposito dei miei libri

(a Willis Conover, 28 luglio 1936)

La mia biblioteca contiene un discreto numero di romanzi e racconti del Soprannaturale, che ho catalogato e sono sempre lieto di dare in prestito agli appassionati degni di fiducia che non riescono a trovare queste pubblicazioni da nessun'altra parte. Sono alquanto scarso, invece, quanto a folklore e a libri sulle Scienze Occulte. Posseggo, tuttavia, l'Encyclopaedia of Occultism di Lewis Spence.

Per quel che riguarda i «libri spaventosi e proibiti» che cito talvolta nei miei racconti, sono costretto ad ammettere che la maggior parte di essi è puramente inventata. Non è mai esistito un Necronomicon di Abdul Alhazred, perché sono stato proprio io ad inventare questi nomi. Robert Bloch ha creato il personaggio di Ludvig Prinn ed il suo De Vermis Mysteriis, mentre The Book of Eibon è un'invenzione di Clark Ashton Smith. Da ultimo, Robert E. Howard è il responsabile della creazione di Friedrich von Juntz e il suo Unaussprechlichen Kulten...

Quanto ai Cultes des Goules del Comte d'Erlette, si tratta ancora di un'invenzione di Bloch. Il nome Comte d'Erlette, però, designa un reale antenato di August W. Derleth, il quale era un lealista emigrato dalla Francia nel 1792 e naturalizzato in seguito in Germania con il nome teutonico di Derleth. Il figlio, emigrando nel Wisconsin nel 1835, fu il fondatore della stirpe dei Derleth in America...

Quanto ai libri seri sull'Occulto, sull'Orrifico e sul Soprannaturale, in tutta sincerità, non sono molti. Per questo è più divertente, per me inventare opere leggendarie come il Necronomicon ed il Book of Eibon. Quell'insieme di superstizioni e credenze magiche in cui la gente credeva davvero, e che venne tramandato fino al Medioevo dai secoli più Antichi, non era niente più di qualche invocazione e qualche formula elementare per chiamare i Dèmoni e così via, più certi sistemi di pensiero aridi tanto quanto le filosofie ortodosse.

Si trattava in realtà di un miscuglio di finalità e stramberie mal assortite: reminiscenze di culti misterici greco-romani, derivazioni dal pensiero pitagorico (imbevuto di sincretismo indiano), credenze magiche egiziane, babilonesi, persiane ed ebraiche, e Neoplatonismo e Manicheismo del tardo Impero Romano.

I Giudei Alessandrini erano probabilmente i più attivi nel mantenerle in vita, e di qui la preponderanza della kabbalah ebraica in questo miscuglio puerile. Anche i Binzantini e gli Arabi misero del loro in questo materiale, al quale vennero aggiunti gli ultimi residui della superstizione popolare europea (Latini, Teutoni, Celti) ed elementi orrorifici dei Culti segreti di Diana (responsabile dei Sabba delle Streghe, eccetera), i quali perpetuavano le ultima, ributtanti rimanenze del culto pre-ariano degli adoratori della natura.

Questo guazzabuglio era sconnesso e frammentario, e non è mai esistito alcun libro particolare che ne fornisse una trattazione diffusa. I cosiddetti «Volumi Ermetici» di Ermete Trismegisto, sono semplicemente una serie di rimasugli metafisici del Neoplatonismo e del Giudaismo Filonico del terzo secolo.

E' solo in epoca moderna che troviamo un serio tentativo di raccogliere e codificare questo materiale sincretico. Quello che scrissero i «maghi» ed i filosofi medievali e rinascimentali, è principalmente farina del loro sacco mischiata col folklore popolare dei loro tempi (cfr. Paracelso, etc...).

La prima raccolta seria di antiche credenze magiche fu quella di Franzis Barrett, The Magus, pubblicata intorno al 1805 e ristampata nel 1896. Invece, il primo materiale sull'argomento di vera ispirazione scientifica fu l'opera dell'eccentrico francese Alphonse-Luis Constant (metà del diciannovesimo secolo), che scrisse sotto lo pseudonimo di Eliphas Levi.

Un'altra compilazione del genere è stata fatta da Arthur Edward Waite (ancora vivente, credo), che ha anche tradotto in inglese i libri di Eliphas Levi. Se vuoi sapere com'erano i veri riti «magici» e gli incantesimi dei secoli Antichi e del Medioevo, leggi i lavori di Waite, in particolare Black Magic e History of Magic. Altro materiale può essere reperito nelle traduzioni di Eliphas Levi effettuate da Waite.

Esiste anche una storia della Stregoneria più divulgativa, scritta da «Sax Rohmer» (Arthur Sarsfield Ward), della quale non ricordo il titolo. Ma, senza dubbio, troverai questo materiale molto deludente. E' piatto, puerile, pomposo e poco convincente: una mera raccolta di ingenuità e credulità umane dei secoli passati. Qualsiasi bravo scrittore di narrativa può inventarsi dei «documenti di orrori primitivi» che superino in capacità immaginativa qualsiasi scritto sull'Occulto che sia scaturito dalla fantasia popolare.

La spazzatura messa in circolazione dai teosofi, che rientra nella classe del falso proditorio, in alcuni punti può tuttavia essere interessante. Combina alcuni riti autentici Hindu ed orientali con astute ciarlatanerie tratte in modo banale da errati concetti scientifici del diciannovesimo secolo. Atlantis and the Lost Lemuria di Scott Elliot, e Esoteric Buddhism, di Sinnet, sono libri alquanto affascinanti.

La produzione pseudoscientifica o semiciarlatana, forma una classe a parte. Tra questo materiale (che è una buona fonte di letteratura fantastica) spiccano il mito di Atlantide diffuso da Le Plongeon, Donnelly e Lewis Spence, i libri sul «continente perduto di Mu» del colonnello Churchward, le miscellanee di Charles Fort, etc... Alcuni di questi autori sono degli autentici falsari, mentre altri sono dei fanatici autoconvinti.



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