blackout

 

(racconto)

 

 

 

 

 

 

non riesco mai a vedere un concerto di battiato anche quello del ventisette non l’ho potuto vedere perché dovevo andare a roma ero a roma così mi sono trovato a roma e non ho visto il concerto però ho visto il blackout avevo anche la macchina fotografica ho fatto delle foto al delirio a roma termini la gente stesa per terra con le mani sopra la testa gli occhi gonfi le labbra esangui tutti stesi sul pavimento della biglietteria avevano fatto la discoteca c’era l’impianto si vede che avevano un generatore perché quando la stazione è piombata nel buio la musica continuava nessuno s’è accorto di un cazzo anche le luci suonavano i queen i placebo i pink floyd poi s’è messo a piovere forte e io avevo la macchina fotografica mi sono messo a fare delle foto ho pensato le mando all’ansa alla reuters però sono venute male era buio sfocate ci vorrebbe il cavalletto, così la situazione era questa tutto nero roma a pezzi l’acqua tutti strafatti e l’altoparlante ha detto attenzione si informa la clientela che causa mancanza di corrente su tutta la rete nazionale civile e ferroviaria tutti i treni sono bloccati qualsiasi informazione sarà comunicata con la massima tempestività e nei binari rimbombavano i pink floyd no dark sarcasm in the classroom teachers leav

 

ccorti che non c’erano treni le ragazze sono impazzite devo andare a casa strillavano col trucco sbavato i capelli appiccicati dalla pioggia tutti romani ma non c’è un cazzo di distributore automatico dicevo io ero teso allora sono uscito dalla stazione con la giacca la valigetta solo l’acqua mi entrava nelle scarpe non si vedeva un cazzo ogni tanto si vedeva lampeggiare il display di un cellulare la brace di una sigaretta un accendino qualcuno che scaldava il fumo sotto un’impalcatura e tutti che strillavano in romano e io ho detto devo andare via di qua ma tabaccai automatici non ce n’erano e poi anche se c’erano non c’era la luce c’era il blackout ma io non pensavo al blackout non pensavo a niente camminavo sotto l’acqua e pensavo che alle sei e quarantasette dunque il treno non c’era soprattutto non volevo più sentire l’annuncio che ripetevano ogni mezz’ora attenzione si avverte la clientela che causa mancanza di corrente su tutto il territorio nazionale, la guerra ho pensato, così ho fotografato la bandiera della pa

 

in stazione mi ci aveva portato mazzetti ed ero di buon’umore ero stato alla lettura poetica dei librintesta avevo fatto più di duecento foto e sulla panca del binario ascoltavo la musica i ragazzi che ballavano ho detto beh dai non va male e ho preso un panino una pepsi delle patatine e mi sono messo a sfogliare i libretti di mazzetti e quando è andata via la luce è per questo che me ne sono accorto, perché stavo leggendo ma poi ho continuato a leggere perché c’era un treno illuminato lì di fronte ed erano le tre fino alle sei e quarantasette tre ore cosa vuoi che siano posso aspettare a lungo non mi spaventa perché nella mia vita ho aspettato molto tre ore non sono niente prendi un panino leggi i libretti di mazzetti e ascolti il rave party della grande notte bianca di roma term

 

perché il fatto è questo c’era la notte bianca tutto intasato già prima del blackout a mezzanotte previtera m’ha scritto un sms m’ha detto, vecchio sono rimasto bloccato sul treno da verona e nelle metropolitane alle fiumane di gente che aspettava sotto le strade intasate l’altoparlante già diceva attenzione si sconsiglia di prendere la metropolitana perché non si garantisce che il convoglio arrivi alla stazione successi

 

unque contento perché quando sono arrivato mi sono sentito tra amici c’era brando platania l’auriemma governatori poi è arrivato anche mazzetti anche se non ero molto soddisfatto di come facevo le foto perché sto imparando da autodidatta e fare le foto è un gran pacco anche con la digitale regolare la luce il tempo di esposizione il diaframma il fuoco e ancora non capisco un cazzo anche perché ti fottono perché tu vedi la foto nel display piccola e dici cazzo bella questa e magari quando la vedi grande sul pc è tutta diversa e allora devi fare mille prove mille foto con luci diverse in modo da imparare a

 

di dormire non mi preoccupavo anche se trans il vano non c’era era malato e previtera non l’avevo sentito max era in sardegna m’aveva scritto un sms, sono in sardegna faccio il mantenuto con scarse propensioni sessuali, il vecchio max, zurz era a bologna perché è peso trovare un romano che il weekend sta a roma eppoi c’era quella cazzo di notte bianca le strade gremite il traffico bloccato e brando che diceva capisci non si gira neanche in motorino non si trova posto infatti i locali erano così pieni che la gente stava fuori mentre spiovigginava coi bicchieri in mano e il marciapiede era intasato la gente si riversava per le strade in mezzo alle macchine ferme e io facevo le foto esaltato non sapevo la notte che mi aspettava, facevo le foto e pensavo frastornato roma la notte bianca le luci le foto di notte vittorio emanuele il pantheon il colosseo piazza vene

 

non pensavo a dormire. così dopo la lettura siamo andati dove abbiamo trovato posto in quindici un pub ristorante coi tavoli di legno ci hanno detto tra un po’ la cucina chiude non aderiva alla notte bianca per questo c’era posto per quindici gli ho fatto vedere le foto mazzetti s’è seduto a fianco a me e gli ho fatto vedere le foto di ansuini, ma è una ragazza ha esclamato, con ansuini stiamo scrivendo the infinite gest milleottocento pagine s’intitolerà zero con lo pseudonimo di federico blò sarà un capolavoro è per questo che ero contento, non pensavo a dormire. poi gli ho detto a brando guarda visto che quello che dovevi ospitare tu non è venuto posso dormire da te sono a piedi e quando brando ha detto che non si poteva perché c’erano laura i bambini che dormivano non mi sono preoccupato perché pensavo c’è la notte bianca sto fuori tutta la notte nella notte bianca nei locali troverò una ragazza bella un po’ sciupata coi capelli ramati e le borse sotto gli occhi che fuma le marlboro al banco del bar beve il rum e attacchiamo bottone parlando del rum del waikiki e poi sotto la pioggia a piazza navona sotto le nuvole scure blu nero c’è rimasta solo una sigaretta mi sussurra e a quel punto la bacio ci baciamo nella grande e dipinta notte ro

 

invece poi eccomi a termini infreddolito bagnato su una panca senza sigarette nell’atrio le piastrelle macchiate le serrande dei negozi i vetri delle bottiglie di heineken tutto illuminato surreale dai fari abbaglianti di una volante della polizia i poliziotti le sagome nere contro la luce il lampeggiare della sirena blu elettrico a sprazzi senza suono avevano attaccato solo la luce e tutti appoggiati rannicchiati sui tubi di ferro la testa tra le mani che si stringono nei giubbotti di jeans tutti romani come amendola la scorta ultrà amendola col giubbotto di jea

 

ll’inizio ero preso male poi ho pensato mi guardavo intorno stordito così catapultato in una situazione opposta tragica tutti troppo stanchi e stupiti e ubriachi per farsi prendere dal panico tutti che si guardavano si rivedevano perché tutti giravano senza scopo si trascinavano nella stazione termini inciampavano nelle borse nelle gambe stese di gente che dormiva abbracciati e coppiette che scopavano sui treni vuoti ridacchiavano e così mi sono detto però ce n’è di roba da scrivere devo scrivere tutto questo e subito ho provato una gran gioia per lo scrivere perché avrei scritto del blackout e subito dopo ho provato il terrore di tutto quello che stavo vedendo e tutti i particolari che mi sarei dimenticato e tutto quello che non avrei visto perché comunque cercavo di essere ricettivo attento osservare immagazzinare tutto ma c’era troppa roba e dopotutto ero stanco anch’io ero molto a pezzi avevo le lenti da venti ore e m’è venuta l’ansia devo scrivere adesso, e stavo fermo sulla panca tutto continuava a scorrere intorno a me tutti come prima, devo scrivere qui se no mi scordo tutto però poi mi sono calmato perché mi sono detto, calmati, mi sono detto questa è una forma d’ansia di chi scrive credo che non so chi scrive ha spesso di questi pensieri paranoici paure che nascono da

 

allora ho pensato, la macchina fotografica cazzo, e l’ho tirata fuori mi sono calmato ho fatto delle foto l’immagine pensavo cazzo, il potere dell’immagine. avevo paura che mi rubassero il portatile ma poi mi sono detto cazzo se hai paura che ti rubano il portatile sei fottuto non è il momento di avere paura che ti rubano il portatile e me ne sono fregato ho fotografato ma c’era poca batteria fanculo ho detto lampeggiava già il segnale così mi sono messo a scattare veloce frenetico è per questo che le foto sono venute male perché non ero calmo anche se mi dicevo mantieni la calma, devi restare calmo ma il fatto è proprio questo che io credevo di essere calmo e inv

 

dopo il pub allora mazzetti m’ha detto dai io non ti posso ospitare però sto fuori così siamo andati in questo posto dove c’è il palazzo dove lavora lui e ci siamo seduti su dei gradini tipo gradini per cavalli e abbiamo fumato qualche sigaretta parlando di panella di scrittura editoria l’arte anche se ero molto stanco sbadigliavo spesso e mi dispiaceva che sbadigliavo mentre chiacchieravo con mazzetti perché pensavo magari pensa che mi annoio che non ho niente da dire allora cercavo di fargli vedere che ero attento, abbiamo parlato di minimum fax e lui diceva vedi, la gente qua non ci passa le donne s’impigliano coi tacchi inciamp

 

allora alle sette ancora ripetevano l’annuncio ho tirato su la testa m’ero assopito con la testa sulla valigetta steso sulla pietra fredda della panca c’era quasi l’alba ed era tutto blu più chiaro e l’altoparlante m’ha svegliato, causa mancanza di corrente su tutto il territorio nazionale, e mi sono trascinato di nuovo dentro la stazione e attraverso la stazione e c’erano tutti quelli di prima e mi sono accasciato anch’io con gli altri contro la libreria dove c’era più caldo ed è arrivato un tipo col cappotto la barba sfatta figo con una bici scassata non stava sul cavalletto allora mi ha guardato era sul genere keanu reeves in my own private idaho, mi ha guardato e mi ha detto ehi scusa puoi spostarti un po’ in là non ci sta la bici devo appoggiarla scusami grazie ce l’hai una sigaretta sorrideva con le scarpe da tennis tutte distru

 

scito e tutto era blu ho anche fotografato le strade quelle sono venute bene tutte blu sembra che ho usato dei filtri non pioveva più avevo la bocca di merda facevo fatica a tenere la valigetta crepavo di freddo i vestiti bagnati e mi scappava una gran piscia avrei voluto un caffè non avevo sigarette ero a pezzi, dovevo trovare sigarette allora ho trovato un bar che stava aprendo ma caffè non ce n’è perché le macchine elettriche e anche il distributore a fianco non va e il tipo sulla soglia il barista mi fa embè anche tu vuoi le sigarette e ride e fuma una camel e dice niente sigarette niente caffè e dà un tiro alla sigaretta e dice con il suo amico cazzo buona questa sigaretta è proprio

 

a un altro la notte prima gli avevo detto ce l’hai una sigaretta e lui fa no e il suo amico aveva un pacchetto nuovo di marlboro e gli dice dai diamogliela e l’altro era incazzato che me l’aveva data e io avrei voluto dirgli ma ci sono i tabaccai automatici in questa cazzo di roma non fumate voi di notte come cazzo fate se c’è un tabaccaio automatico prendo le sigarette non le chiedo a te che fai lo stronzo non vuoi darmela mi fai pesare il fatto che ti chiedo una sigaretta e io sono uno che la do sempre anche se ne ho una l’ultima se mi chiedi una sigaretta io te la do perché non so mentire apertamente dire no se ce le ho le sigaret

 

siasi altra informazione verrà comunicata con la massima tempestività e non c’erano neanche i tram e neanche la metro e la gente verso le otto otto e mezza s’è accalcata al terminal dei bus avevano fatto delle navette al posto dei tram ma la gente era ore che aspettava sotto la pioggia erano tutti nervosi cominciava a serpeggiare il panico nessuno capiva un cazzo i controllori fumavano emmeesse e dicevano signò non si sa signò deve aspettà e appena arrivava un qualsiasi autobus tutti correvano si riversavano dentro assaltavano l’autista scusi quando passa il centocinque scusi ma che percorso fa dove va vale il biglietto della metro e gli autisti scendevano si stringevano nella giacca guardavano con gli occhi socchiusi come claudio amendola tutti si accalcavano mentre intorno i pakistani giravano correvano con gli ombrelli e dicevano umbrela umbrela serve umbrela cinque eu

 

a quel punto ho aspettato le nove nove e mezza un’ora decente dopotutto è domenica anche se c’è il blackout la gente dorme e alle nove e mezza ho telefonato a brando ho beccato laura antonio do’ stai stai a termini mamma mia madonna senti ma vieni qua dai devi prendere il tram e io ho detto ma il tram non c’è cominciavo a essere disperato e laura m’ha detto sei stato fortunato perché il telefono non va sei riuscito a prendere la linea e m’ha passato brando gli ho detto brando non puoi venirmi a prendere perché qua non c’è un cazzo e lui ha detto sono a letto siamo al buio perché abbiamo le tapparelle elettriche non va il telefono chiedi un bus per la via prenestina hai capito via prenestina richiamami se hai dei problemi e io ho messo giù e avevo dei problemi e in quella mi chiama mazzetti allora come stai e mi è venuto a prendere con la macchina mi ha portato da brando e appena sono entrato in casa di brando è tornata la luce s’è accesa la lampada vicino alla tv e lo stereo e abbiamo pranzato con giovanna zoboli poetessa di milano e mi ha fatto vedere i libri per ragazzi che ha scritto e gli ho fatto vedere le foto di termini ed ero deluso non si capiva l’inferno il delirio il panico non si sentivano i pink floyd

 

dopodiché ho mangiato una ritter sport al latte e ho dormito nel letto di simone e stavo sognando quando brando mi ha svegliato e mi ha detto sveglia antò dormi andiamo alla stazione e con gli occhi bruciati per le lenti siamo saliti tutti in macchina verso la stazione era tutto intasato il traffico i treni erano un bordello stipavano tutta la gente che era lì da dodici ore c’era un eurostar che stava partendo e il marito di giovanna zoboli m’ha detto con la sua voce roca tipo giannini mi ha detto se corri ce la puoi fare noi non ci va di correre ma tu ce la puoi fare poi se non ce la fai ci rivediamo qui e io ho detto okay, allora ciao, e sono corso al binario sono salito tutti stipati sull’eurostar alcuni ridevano ero sudato fradicio e il treno è partito e sopra ho incontrato l’auriemma che aveva dormito dalla fiamma e mi ha detto e allora, che roba, e io ho fatto finta di picchiare la testa contro il muro e ho riso molto sollevato che c’era lei una faccia conosciuta, ho passato la notte a termini il delirio le ho detto e ci siamo seduti nel vagone ristorante, l’inferno le ho detto, e suonava bene.

 

 

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