MONTAGGIO E  TARATURA DELL'OTTICA

            Moltissimi praticanti del FT comprano armi di alto livello a cui collegano ottiche mediocri, oppure in pochi minuti pretendono di montare un'ottica correttamente, il FT è uno sport di precisione e come tale richiede elevata attenzione e cura nel montaggio e taratura di un'ottica.

La prima operazione è ovviamente il montaggio, per questa si elenca il materiale occorrente:

1) Ottica, segue elenco

· Bushnell Trophy 6-18x Airgun/Rimfire Scope

· Simmons 6-18x Airgun Scope

· Simmons 6.5-20x .44 Mag Rifle Scope

· Leupold 6.5-20x EFR Airgun/Rifle Scope

· Bausch & Lomb Elite 4000 6-24x Rifle Scope

· Storey 6-24x Field Target Scope · Burris 8-32x Rifle Scope

· Storey 8-32x Field Target Scope

· Swift 6-18x44 o superiori

· Nightforce 36x Field Target Scope

· Tasco Custom 8-40x Rifle Scope

· Tasco 8-32x 50

· Tasco 8-40x 50

2) Supporti o supporti ammortizzati e freno

3) Cacciavite idoneo alla viteria impiegata o chiavi Torx (importante, non c'è niente di più brutto a vedersi di viti slabbrate o rigature sull'arma per cacciaviti sfuggiti di mano)

4) Sgrassatore e stracci

5) Carta gommata o nastro colorato.

            Innanzitutto è necessario pulire accuratamente la zona di attacco dei supporti da ogni residuo oleoso, a tal scopo si impiegherà acetone con parsimonia, poco è già troppo, oppure specifici prodotti impiegati in elettronica per la pulizia dei potenziometri, se necessario si provvederà anche a pulire la zona di collegamento ottica - supporto, fatto ciò si inseriranno gli attacchi a slitta nelle corrispondenti scanalature sull'arma, lasciandole leggermente lasche, in seguito si installerà l'ottica serrando le viti in modo progressivo, prestando attenzione a non creare tensioni anomale al fusto dell'ottica. Se disponibile si installa anche il freno posteriore. Un primo e grossolano collaudo può essere fatto applicando il nastro colorato come riferimento per la posizione degli attacchi, provando a sparare alcuni colpi non si dovrà osservare nessuna variazione.

Bene, siamo solo all'inizio, per una grossolana collimazione è possibile rivolgersi all'armaiolo che rapidamente, con apposito strumento, verificherà le corretta collimazione, in alternativa è possibile procedere da se con poche difficoltà. Fissiamo l'arma  ad una morsa a vite interponendo materiali morbidi per non danneggiarne la superficie, si pone ad una distanza modesta,  generalmente 10 -12 metri, un pannello di materiale morbido ove l'impronta del pallino sia facilmente risolvibile.

Sparato il primo colpo, (nella prima fase può anche succedere di mancare completamente il bersaglio), si corregge la posizione del reticolo dell'ottica ruotando le torrette di regolazione verticale ed orizzontale; si ripete detta procedura  fino a raggiungere un risultato soddisfacente (rosa stretta), parimenti si controlla la solidità dell'ottica sul fusto d'arma.

Detto sistema di collimazione pur essendo riportato in numerosi siti non mi soddisfa a pieno, preferisco partire fin dall'inizio con prove di tiro a 10 metri con arma imbracciata, nella posizione soggettivamente più ferma. Importante è effettuare la prima collimazione, così come le successive operazioni in assenza di vento, perché....

 

STUDIO DELLA TRAIETTORIA

            Il tiro delle carabine ad aria compressa ha una evidente particolarità, dovuta alla relativamente bassa potenza, ha una accentuata curvatura. molto di più di una qualsiasi carabina da fuoco.

Ciò significa che un azzeramento dell'ottica ad una certa distanza e con un determinato pallino, VALE SOLO ED ESCLUSIVAMENTE PER QUELLA DISTANZA E PER QUEL PALLINO.

Tirare ad un bersaglio più vicino significa molto spesso mancarlo perché il pallino gli passa sopra, tirare ad uno più lontano significa mancarlo perché il pallino passa sotto (in realtà i punti di azzeramento sono due, infatti la traiettoria del pallino interseca per due volte la linea di mira, ma per semplicità consideriamo solo il secondo "zero"). E' quindi necessario adottare un sistema di correzione del tiro: generalmente si può fare in DUE modi:

1. Si azzera l'ottica ad una distanza media, diciamo 30 metri, poi si stima ad occhio la distanza del bersaglio, quindi si mira un po' più alto se il bersaglio è ad una distanza maggiore ed un po' più in basso se è ad una distanza minore. Ovviamente questo sistema è molto empirico, richiede molta pratica e non garantisce risultati eccezionali.

Va bene per fare del "plinking" con le lattine (questa tecnica viene spesso chiamata Kentucky windage...).

2. Si azzera** l'ottica a distanze diverse, ad esempio 10, 15, 20, 25, 30, 35, 40, 45 metri e ci si annota di quanti "click" va ruotata la torretta di elevazione per far si che il punto d'impatto coincida con il punto di mira a quella data distanza.

Si ricava quindi una tabellina di questo tipo (esempio): Tipo di pallino: RWS Super Dome 8.40 gr

metri click

10 -15

15 -10

20 -5

25 - 0

30  25

35  33

40  41

45  50

Questa tabellina va poi memorizzata oppure stampata e applicata da qualche parte sulla carabina, così da poterla facilmente controllare. Il problema è ora quello di stimare la distanza esatta del bersaglio, più questa stima è corretta, più il punto d'impatto si avvicinerà al punto di mira. Disponendo di un'ottica con forte ingrandimento (non meno di 10 X), la si può utilizzare come se fosse un "telemetro", purché abbia una ghiera di messa a fuoco (correttore di parallasse) riportante le distanze in metri o yarde. Maggiore è l'ingrandimento, maggiore è la precisione nel rilevamento della distanza.

 Come si fa:

1) si pone il cannocchiale alla massima potenza di ingrandimento;

2) si inquadra il bersaglio;

3) si ruota la ghiera di messa a fuoco fino a quando il bersaglio stesso è perfettamente nitido (cioè "a fuoco");

4) si legge sulla ghiera la distanza (su ottiche di origine/provenienza USA è riportata in yarde, 1Yd = 0.91 m) Individuata la distanza a cui si trova il bersaglio, si ruota la torretta di elevazione del numero di click corrispondenti, quindi si mira e si spara.

E' evidente che in questo caso si mirerà sempre ponendo il centro del reticolo sul punto di impatto voluto. N.B.: Ovviamente la tabellina vale solo per uno specifico tipo di pallino, cambiando pallino si dovrà costruire un'altra tabellina.

Questo sistema permette di sfruttare al meglio le caratteristiche di precisione intrinseca dell'arma, pur essendo ovviamente un po' più laborioso. E' questo comunque il sistema adottato da tutti i tiratori che praticano il field target.

Note: (**) "azzerare" l'ottica significa far coincidere il punto d'impatto dei colpi con il centro del reticolo e quindi con il punto mirato. Per far ciò si effettuano generalmente rosate di tre-cinque colpi, si individua il centro di questa "rosata", quindi si ruota la torretta di elevazione in modo tale da far coincidere il centro della rosata con il punto mirato. Ogni "click" della torretta sposta il punto di impatto di un valore specifico, riportato sull'ottica (es. ¼ di grado a 100 yarde, oppure 1/8 di grado a 100 yarde).

            Alcuni programmi freeware o shareware permettono di assistere il tiratore nella fase preliminare, ovvero nello studio delle caratteristiche dell'arma e simulare le migliori risposte di gittata in funzione del peso e conformazione del pallino, i miei preferiti sono: PCB funzionante in DOS e per Windows AirGun, ovvio che risulta necessario conoscere la Vo, ovvero la velocità di bocca del pallino, espressa in m/sec o f/sec; personalmente ho verificato che in caso di dubbio, ovvero nell'incertezza di determinazione della Vo ho operato a ritroso, ovvero conoscendo l'entità di caduta del pallino per differenti distanze, è possibile risalire alla velocità. Finora abbiamo considerato una sola forza che modifica la traiettoria del nostro pallino, ma oltre il fattore g (che in taluni programmi di simulazione è modificabile in funzione della quota e delle anomalie gravimetriche!!!), grande importanza assume il fattore vento come deriva laterale di traiettoria. Anche in questo caso il software di simulazione ci assiste nel verificare per diverse velocità di vento, espresse solitamente in m/sec, l'entità di deriva laterale. Utilizzando armi di ridotta potenza, ovvero <7.5J, tale aspetto diventa maggiormente rilevante, addirittura si rende necessario stimare la presenza di correnti anomale presenti lungo la traiettoria (in caso di tiri prossimi al limite delle 50 yard) vuoi per conformazione orografica del terreno che per vegetazione. La valutazione della velocità del vento laterale così come la sua direzione possono essere definite osservando il comportamento delle fronde o della vegetazione erbacea.

 

 

 

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