Nel 1933/34 L'Aquila calcio, allenata da
Barbieri, disputò un ottimo campionato grazie a campioni e ottimi
giocatori portati in città dall'allora presidente Adelchi Serena.
L'ottimo campionato non fu sufficiente alla squadra più rappresentativa
della regione per essere promossa direttamente in serie B, infatti si
sarebbe dovuta disputare una gara di spareggio a Genova contro la locale
formazione: Andrea Doria (che di li a poco sarebbe diventata l'attuale
Sampdoria dopo la fusione tra la Sampierdarese e proprio l'Andrea Doria).
La formazione che andò in campo era questa: SAIN-MATTEI, LA ROMA,
GIANNINI, ROSSI-TESTONi, PIACENTINI, CORSANi-BATTIONI, BON, BUDINI. Dopo
una stoica partita, giocata con grande agonismo e quasi a senso unico,
L'Aquila calcio fu la prima città abruzzese a conquistare sul campo la
serie cadetta vincendo per 3-1.
Dal giornale dell'epoca... “All'arrivo
in città i giocatori e presidente vennero portati in trionfo come
degli eroi nel corso principale della città fino alla piazza del
Duomo in mezzo a oltre 10.000-15.000 persone divise in due ali umane
interminabili”. |
Genova 1934 |
Nel campionato del 1934-35, il primo disputato
in serie B, la conduzione tecnica passo a Ging e la squadra disputo un
ottimo campionato che la vide tra le prime posizioni per tutta la durata
dello stesso. Si classificò al quarto posto (due erano le promozioni in
A) con 32 punti. Presidente l'avvocato Giovanni Centi Colella.
Così anche l'anno dopo, campionato 1935-36.
Allenatore Hort. Presidente Ubaldo Leopardi.
Nel campionato 1935-36 L'Aquila, secondo il
Senatore Ubaldo Leopardi presidente dell'Aquila calcio e Sindaco del
capoluogo abruzzese negli anni Sessanta "ebbe la più bella squadra
della sua storia".
Con l'allenatore ungherese Hort c'erano:
SAIN-MATTEI, LA ROMA, TESTONI, ROSSI, BELLARDINI (GIANNINI)-FROSSI,
CARNEVALI, BATTIONI-BON, BUDINI e altri giocatori del valore come:
BRINDISI, ROMAGNOLI, REMIGI, MICHETTI, VOLLOTTI, STORNELLI, ROSSINI.
L'Anno seguente fu davvero sciagurato. Il
campionato è appena iniziato quando il 3 Ottobre 1936. alle ore
10.00 nei Pressi di Contigliano,
in provincia di Rieti, la "littorina" partita da L'Aquila alle ore
8.00 si scontra con la "littorina" provenente da Terni, adibita a
servizio postale. Sulla prima viaggia la comitiva rossoblù diretta a
Verona, composta dall'allenatore Buratti, il massaggiatore Ciotti e
i giocatori Sain, Viganò, La Roma, Rossi, Testoni, Martini, Battioni,
Bon, Corsanini, Gravisi,Moretti, Lessi, Angiolini e Pastorelli. Tra
i morti l'allenatore Attilio Buratti; tra i feriti molti giocatori
dell'Aquila. Non fanno parte della comitiva Brindisi e Michetti
perché squalificati, e Stornelli che manca l'appuntamento. |
La tragedia di Contigliano.
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La città alla notizia restò attonita; aveva
termine, infatti. quella magnifica squadra che era l'orgoglio dei
cittadini.
Ci fu anche una gara di solidarietà tra le
varie società di serie A e B: soprattutto la Roma, la Lazio e il Milan
che misero a disposizione atleti per poter continuare il campionato. Ma
L'Aquila rifiuto come rifiutò anche la proposta dell'allora Direttorio
Federale della E.I.G.C. che gli proponeva la permanenza nella Serie "B"
senza la partecipazione al campionato, ma rimboccate le maniche
annunciava di voler proseguire il campionato decidendo di terminare con
i giovani che aveva a disposizione. Chiese solo un termine per
ricostruire la squadra. Dalle parole si passa subito ai fatti e a
riprova della tenace volontà che animava i dirigenti il 26 Ottobre si
aveva allo stadio la presentazione ufficiale degli atleti che avrebbero
dovuto difendere i colori sociali in un campionato difficoltoso e male
iniziato.
Quando lo sport è vissuto con amore, con
attaccamento profondo ai propri colori, anche la sorte avversa passa in
secondo piano.
Affrontando il lavoro di riorganizzazione della squadra i dirigenti
affidano la direzione tecnica ad Andrea Kutik il quale ebbe a
disposizione appena dodici giocatori.
Purtroppo il mosaico ricostruito non fu in grado di tenere il passo. La
prima partita di recupero del 21 Novembre segnò una sconfitta di misura
ad opera di La Spezia.
La compagine aquilana deluse nel proseguito, soprattutto per la
sterilità dell'attacco, reparto maggiormente falcidiato dalla tragedia
di Contigliano. Il calvario proseguì contro l'Atalanta, guidata dall'ex
allenatore Ottavio Barbieri, che aveva condotto L'Aquila in serie "B" e
che in merito alla gara contro i bergamaschi si espresse dicendo "L'Atalanta
ha vinto, ma L'Aquila non meritava di perdere". La prima vittoria ,dopo
il rientro in campionato, si verificò a Parma nel torneo di Coppa Italia
e, quindi, in campionato contro il Catanzaro. A queste due vittorie
fecero seguito due sconfitte consecutive a Brescia e Modena.
Purtroppo il calendario del campionato per la squadra subì una
variazione non indifferente per le gare non disputate che influì
moltissimo sul rendimento dei rossoblù costretti a disputare i recuperi
nell'arco della settimana. L'incontro che influì decisamente sulle sorti
del sodalizio e ne decretò il calo nella serie "C" fu quello con la
blasonata formazione della Pro Vercelli. Si arrivo così alla
retrocessione alla fine del campionato 1936-37.
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La squadra dell'Aquila
prima della sciagura nella trasferta di Verona. Foto Gazzetta del
Popolo 9 Dicembre 1937 |
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