Legambientenews

Rogo al CNR - 18-20/12/99 (due comunicati)

Roma 18/12/99

Legambiente valuta come estremamente grave l’incidente ed il successivo incendio occorso ieri nella sede di Padova del CNR, Istituto Gas ionizzanti, che ha costretto all’evacuazione di una vasta zona abitata a seguito della formazione di una estesa nube tossica.
Tanto più grave appare l’episodio anche perché risulta essere il terzo in ordine di tempo che ha riguardato i laboratori di fisica nucleare di Padova e non risulta che alcun piano di salvaguardia ed intervento fossero nel frattempo stati predisposti.
Ancor oggi non vi è certezza su quali siano stati gli agenti inquinanti propagati nel raggio di parecchi chilometri e questa è un’ulteriore dimostrazione dell’assenza di adeguati sistemi di controllo e prevenzione da parte delle autorità competenti.
L’assenza di una scheda che indichi in maniera chiara le sostanze utilizzate e stoccate all’interno dei laboratori, la loro quantità e la loro pericolosità, ha costretto i vigili del fuoco intervenuti sul posto a lavorare in condizioni di incertezza e non ha loro consentito di fornire in modo tempestivo informazioni alla popolazione circostante circa la natura e l’effettiva pericolosità della situazione nonché indicazioni sui comportamenti da adottare per ridurre i danni e il pericolo.
Tutto ciò richiede un immediato chiarimento delle responsabilità sia interne all’Istituto che più in generale di chi è istituzionalmente preposto al controllo (Comune, ARPAV Prefettura) alle attività di censimento del rischio, tutela della salute e organizzazione degli interventi di protezione civile ed evacuazione.
Per quanto detto si chiede in primo luogo un’indagine sui livelli di inquinamento ingenerati dalla nube e l’estensione del fenomeno, nonché l’individuazione puntuale delle cause dell’incidente ed eventuali responsabili.
In secondo luogo un’azione di una capillare informazione sui risultati dell’indagine.
Si chiede inoltre che vengano conosciute in modo trasparente le attività svolte dal centro di ricerca, effettiva utilità delle sperimentazioni in corso, nonché il grado di rischio che queste possono comportare per gli addetti ai lavori, la popolazione e le attività agricole ed agroalimentari e commerciali presenti nel territorio medesimo.
Il caso di Padova deve inoltre segnalare le necessità di estendere quanto previsto dalla normativa Seveso 2 ed i conseguenti comportamenti: l’ARPA deve completare il monitoraggio del territorio acquisendo come dati di pericolosità, non solo la quantità del prodotto stoccato, ma vincolarlo all’effettiva pericolosità. Pertanto anche il CNR doveva predisporre i piani di rischio ambientale, pericolosità e predisporre i progetti dell’evacuazione dei lavoratori e degli abitanti del territorio circostante.
Inoltre ad un anno dalla entrata nella fase operativa del decreto legge avrebbero già dovuto essere definite le modalità d’intervento dei vigili del fuoco e della protezione civile.
firmato Francesco Ferrante (dir. generale Legambiente, Angelo Mancone (pres. Legambiente Veneto) Lucio Passi (coord. Legambiente Pd)

INFORMAZIONE E PREVENZIONE: QUESTA LA LEZIONE DA TRARRE DALLA VICENDA DEL CNR DI PADOVA
Trasparenza, trasparenza e ancora trasparenza
Ci viene detto che ogni pericolo è scongiurato, bene, ma affinchè l’opinione pubblica ne sia convinta, perché i cittadini siano tranquillizzati occorre una rigorosa opera di informazione che relazioni sui dati ed esami compiuti.
E’ necessario quindi conoscere nel dettaglio tutte le analisi che sono state compiute, se e come è stata monitorata l’area sorvolata dalla nube, ma prima ancora conoscere con precisione qual è l’area dove la nube ha transitato.
L’ARPAV si è impegnata a consegnare a breve una relazione al Comune. Noi chiediamo che tale indagine venga contemporaneamente portata a conoscenza dell’opinione pubblica e che copia venga consegnata anche a Legambiente e alle associazioni ambientaliste che rappresentano interessi diffusi e tutelano la salute collettiva. Ma per il principio della suddidarietà chiediamo che tutte le autorità competenti in materia di ambiente che stanno svolgendo analisi (Prefettura, Comune, Provincia) ci portino a conoscenza dei dati in loro possesso, nonché li rendano di pubblico dominio.
In questa vicenda bene si è fatto ad applicare il principio cautelativo in assenza di informazioni certe, male, molto male però che dell’ordinanza del Sindaco riguardante le misure precauzionali gli abitanti e lavoratori delle zone Camin e zona industriale non né siano stati tempestivamente informati. E che dire di quelle migliaia di residenti di Saonara e Villa Tora, distanti meno di un chilometro dal CNR per i quali in questi giorni non è mai stata spesa alcuna parola? Sono stati avvisati dei pericoli, è scattato un piano concordato dalla Protezione Civile a livello provinciale? L’esperienza di incidenti simili ci insegna che è sulla tempestività che si gioca tutta la partita della tutela della salute della popolazione.
Ma è la prevenzione l’arma più efficace nei disastri ambientali. Stupisce amaramente che i responsabili del CNR, pur non essendo tenuti a farlo per legge, non abbiamo provveduto ad adeguarsi volontariamente alle disposizioni previste dalla normativa Seveso 2,considerato che nel passato si sono verificati altri indicenti nei laboratori dove sono presenti sostante altamente nocive. Applicare preventivamente il principio di massima cautela compilando ad esempio le schede sulle quantità e tipi di sostanze stoccate nei laboratori è sinonimo che grande accortezza e di rispetto nei confronti di chi, come i vigli del fuoco, deve poi operare per far fronte alle situazioni drammatiche.
Conoscere cosa si sta andando a fronteggiare non solo permette di essere più efficaci, di adottare le adeguate misure di protezione della popolazione coinvolta, ma anche di evitare di far corrre inutili rischi a chi si presta l’opera di soccorso.

Andrea Nicolello-Rossi
Vice Presidente Legambiente Padova

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