Legambientenews

Piove, ma l'inquinamento atmosferico resta- 24/01/2002

Una richiesta di intervento, un appello ai nostri Amministratori, per fare chiarezza
E' da irresponsabili mescolare, medie, limiti e leggi tra loro diversi per giustificare l'inazione

Troppe volte in questi giorni abbiamo sentito vari Amministratori dire, rispetto all'inquinamento atmosferico "faremo qualcosa se non pioverà" lasciando intendere che un po' di giorni di pioggia riporteranno le cose a posto.
Questo per Padova non è vero, perché nella nostra città non abbiamo problemi con quelle tipologie di inquinanti che possono sforare e rientrare nei livelli di legge nel giro di pochi giorni. Parlo ad esempio delle Polveri sospese totali (diverse dalle micropolveri Pm10), dell'Anidride Solforosa, del Monossido di carbonio, del Biossido di azoto per cui la legge stabilisce soglie di attenzione e all'arme a carattere giornaliero o addirittura più breve. Ed è giusto perché altre concentrazioni di questi elementi possono provocare effetti immediati.

Padova invece ha gravi problemi con altri tipi di inquinanti che sono benzoapirene e micropolveri (PM10). Per essi la legge italiana stabilisce che debbano essere monitorati sull'arco di un anno e per questi valgono le medie annuali: 1 nanogrammo per metrocubo d'aria per il primo, 40 micogrammi per metro cubo d'aria per il secondo. Ed è giusto che sia così perché la pericolosità del Pm10 si moltiplica con l'accumulo di tutta la serie di inquinanti e patogeni che veicola nell'organismo, penetrando nel profondo.
(Esiste anche una direttiva Europea, la 30/99, che stabilisce un limite giornaliero di 50 microgrammi per il Pm10 che non devono essere superati più di 35 giorni all'anno (che scenderanno a 7 nel 2005): ma questa direttiva, per il momento è stata Recepita dalla sola Regione Lombardia, e se questo spiega il perché la maggioranza dei blocchi del traffico siano avvenuti in quella regione, non si capisce perché venga citata a sproposito per il Veneto. Comunque Legambiente auspica che sia recepita quanto prima dell'Italia, che avrebbe già dovuto farlo a partire dal luglio 2001).

A Padova dunque abbiamo a che fare con l'inquinante più pericoloso, il PM 10 che come media annua nel 2001 è arrivato a 56,5 microgrammi contro il limite di 40. Questo significa decine di morti correlate nella nostra città. Rispetto a questa media annua il decreto del ministero dell'ambiente 163/99 impone al Comune di prendere provvedimenti sull'arco di tutto l'anno in corso per diminuire sensibilmente la media annuale del Pm10. E' inoltre evidente che, rispetto ad una minaccia che va monitorata e contrastata in un arco di tempo annuale, qualche giorno di pioggia non autorizza minimamente a NON prendere provvedimenti!!!
Guardando i dati a nostra disposizione, e utilizzando prudenzialmente quelli più bassi delle due centraline di monitoraggio, si evince che i mesi in cui bisogna sicuramente intervenire per limitare il traffico e la conseguente produzione di Pm10 sono febbraio, che lo scorso ha registrato 80,4 microgrammi, marzo che ne ha registrati 50, ottobre 73, 4 microgrammi, novembre 58,7 microgrammi, dicembre 74, microgrammi. Di gennaio l'ARPAV non ha forniti dati ma è legittimo pensare che gennaio possa avere una media simile a quella di dicembre e febbraio, cioè tra 70 e 80 microgrammi.
E' incomprensibile perciò la mancanza di interventi in questo mese di gennaio: si è perso del tempo prezioso. Il traffico a Padova va quindi limitato da subito fino a marzo, monitorandone costantemente i risultati. Così si dovrebbe poi fare da ottobre. Che sia il Comune a decidere quando, in che fasce, o se con le targhe alterne. E poi deve prendere da subito reali provvedimenti di rilancio del trasporto pubblico: a partire dall'aumento corsie preferenziali protette per bus. Altrimenti il 2002 si concluderà come il 2001: ben al di sopra dei 40 microgrammi. Sono i nostri amministratori disposti a prendersi la responsabilità delle decine di omicidi bianchi che ciò comporta?

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