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Raccolta porta porta: Legambiente invia una lettera aperta all'assessore Gradella
"Cosi' rischiate di inizare col piede sbagliato" - 22/02/2002

C.a Assessore A. Gradella


Oggetto: raccolta Differenziata domiciliare in centro storico


Egregio Ass.re,

a poche settimane dal cambio del sistema di raccolta dei r.s.u. in centro storico, Legambiente ritiene di doverLe farle presente carenze e manchevolezze del vostro progetto, che potrebbero rivelarsi un boomerang per lo stesso.

Pur valutando positivamente il fatto che finalmente Aps e Amministrazione comunale abbiano deciso di intervenire in maniera diretta per cercare di raggiungere le percentuali di r.d. previste dalla legge, ed essendo in liena generale favorevoli all'introduzione al Porta a porta a Padova (non però iniziando dal centro storico) Le sottoponiamo di seguito quelle che a nostro avviso sono le manchevolezze che caratterizzano il vostro progetto e che finiranno, potrebbero inficiarne i risultati.

Va da sé che le seguenti considerazioni avrebbero avuto forse maggiore utilità se riferite attorno ad un tavolo a cui L'amm.ne comunale avesse voluto coinvolgere le ass.ni ambientaliste, dei consumatori e dei commercianti per discutere delle modalità di applicazione del progetto, e ci fa specie che l'amm.ne che Lei rappresenta non abbia agito in questo senso.

Le obiezioni che noi poniamo possono essere riassunte in due punti, in seguito estesamente sviluppati: 1) valutazione errata rispetto all'idoneità del centro storico come luogo iniziale per avviare la sperimentazione; 2) assoluta notevole di informazione.

Come Lei ben sa, esistono delle difficoltà iniziali nel passaggio da un tipo di r.d. all'altro che vanno scomparendo con il passare dei mesi e la pratica. Tali difficoltà, per così dire, hanno pertanto una curva decrescente.
Sono essenzialmente legate, in base alla nostra esperienza, a fattori ben noti: scarsa conoscenza dei nuovi mezzi e delle procedure, difficoltà tecniche di conferimento sia di tipo oggettivo che soggettivo, scarsa informazione, pregiudizi e reticenze.
Analizzando tali problematiche risulta palese che il progetto di domiciliazione della raccolta in atto nel centro storico è carente in tutti questi aspetti e rischia di prolungare i disagi "del cambiamento" ben oltre i consueti due o tre mesi di difficoltà iniziale. La curva, nel caso di Pd, rischia di non essere per niente decrescente.

Scarsa conoscenza dei nuovi mezzi. In centro storico non esiste attualmente la raccolta differenziata a livello di famiglie o di negozi: proprio questo è il quartiere nel quale, pertanto, ci sarebbe una maggiore difficoltà nel passare da un tipo di raccolta ad un altro, non essendo le persone abituate a differenziare. Gli abitanti del c.s. non hanno infatti dimestichezza con i conferimenti ad orari, né con bidoni domiciliari per la separazione dei rifiuti, né tantomeno con le categorie del rifiuto stesso -concetto fondamentale per poter differenziare correttamente-.

Difficoltà di tipo oggettivo e soggettivo. Tra le difficoltà di tipo oggettivo vanno elencati i disagi causati non tanto dalla differenziazione spinta ma dalla mancata previsione di problemi specifici -almeno a quanto ci è dato sapere ad oggi in quanto cittadini- : si pensi alle specifiche esigenze delle diverse categorie della ristorazione e, più in generale, dell'artigianato e di tutte quelle categorie che producono rifiuti in maniera sovrabbondante rispetto alle famiglie (alcune precauzioni sono state prese ma ci paiono francamente insufficienti). Esistono poi le difficoltà legate agli orari di conferimento -assurdamente ridotti- e ai sistemi di conferimento (perché anche la carta va messa in un sacchetto? Non lo fa quasi nessuno, non basterebbe metterla dentro ad un cartone o ad un contenitore da svuotare ogni volta? Perché non viene dato in comodato d'uso dietro cauzione un bidone di medie dimensioni per conferire di volta in volta il secco o il multimateriale dentro i sacchetti? si sono avviati accordi con i negozi di alimentari e i supermercati perché distribuiscano sacchetti in mater-bi invece che in plastica da usare per l'umido?). Tra le difficoltà di tipo oggettivo, va inserita anche la difformità di sistema di raccolta tra diversi quartieri, che genera immancabilmente una migrazione massiccia di rifiuti, quasi calcolabile attraverso formule matematiche a priori. Le difficoltà soggettive sono legate all'alta percentuale di persone anziane presenti nel centro storico, all'alta concentrazione di condominii, alla ridotta superficie che caratterizza generalmente gli appartamenti del centro storico (con minor spazio per tenere l'immondizia) alle esigenze specifiche delle famiglie (orari eterogenei, presenza di anziani incontinenti o neonati).

Mancanza di informazione. Il progetto come già anticipato, sconta frote mancanza di informazione: è buona prassi anche nei comuni più piccoli che parta una campagna informativa di massa, articolata attraverso svariati mezzi di comunicazione, della durata minima di tre mesi, che precede l'introduzione dei cambiamenti; per una città delle dimensioni di Padova stimiamo non possano essere sufficienti periodi inferiori ai sei mesi. Tali campagne normalmente prevedono riunioni di rione o di quartiere (svariate per ogni quartiere), materiali cartacei a più riprese spediti a domicilio, specifiche riunioni con categorie "difficili" (ass.ni degli anziani, scuole ed enti grandi produttori, ass.ni del commercio, industria, artigianato, immigrati), spot radiofonici o televisivi, una linea telefonica informativa 18h/24, il tutto incentrato soprattutto sui vantaggi del cambiamento, sulla necessità ed il valore di tale scelta sul piano ambientale, in maniera da rendere la cittadinanza consapevole e partecipe della scelta, e non succube di un'imposizione che spesso non capisce.


Pregiudizi e reticenze. Si tratta di un problema che normalmente si estingue da solo, grazie all'efficienza del sistema e al fatto che passati alcuni mesi di sperimentazione siccome non si notano stravolgimenti epocali, anche i più accaniti detrattori tacciono. Ma se il sistema non funziona, e riteniamo che quello in applicazione non funzionerà- i pregiudizi si diffondono, invece di affievolirsi, con il rischio di coinvolgere il concetto stesso di raccolta differenziata invece che concentrarsi sul sistema adottato. Si tanga presente inoltre che i pregiudizi e le dicerie sono direttamente proporzionali all'età media della popolazione coinvolta, all'abitudine alla r.d. esistente, all'aumento dei costi, e inversamente proporzionali all'informazione preliminare fornita: tutti punti, caro assessore, che vedono il aps partire in chiaro svantaggio.

In conclusione Le indichiamo il modello di r.d. che maggiormente si avvicina al nostro concetto di sviluppo sostenibile e al quale abbiamo in parte collaborato: il modello di Limena.

La invitiamo senz'altro a voler prendere in considerazione almeno alcune delle soluzioni adottate in quel comune sul piano tecnico e comunicativo e Le ribadiamo comunque la nostra disponibilità al confronto per un dialogo costruttivo che contribuisca a sviluppare un sistema di r.d. efficace e sostenibile anche nella nostra città.

Distinti saluti
Per Legambiente Padova
Davide Sabbadin
Lucio Passi

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