INTERVIEWS

Perchè sono tornato

da Iperbasket - Numero 2 - 1996

C'è chi ha raccontato di una decisione nata dopo aver affrontato in estate - vincendo - in una serie di uno contro uno, Michael Jordan, chi ha favoleggiato di un colpo di testa italiano, manco a dirlo a Bologna, dove centinaia di ragazzi lo acclamavano sotto la finestra dell'albergo che lo ospitava, c'è anche chi, ovviamente, parla di danaro. Chi se ne frega. A noi piace che Magic sia tornato, che stia bene e che gli scienziati, lo riporta "Time", abbiano stabilito in 1 su 68 milioni le possibilità che Magic possa contagiare qualcuno su un campo da basket. Ecco quel che Magic ha raccontato prima e dopo la sua gara di esordio bis.

-Perchè, Magic?

"Perchè voglio che i miei figli mi vedano giocare, volevo che capissero che non sono troppo vecchio per farlo, come ha uno invece detto qualche mese fa ad un compagno di classe. E poi non sopportavo la lontanaza dalla palla".

-Con chi l'hai deciso?

"Con mia moglie e questo è ciò che mi rende felice, anche se lei ha quasi rinunciato a vedermi, visto che sono sempre in giro, ma da quando mi conosce sa che quando sono dentro a qualche cosa do sempre il centocinquanta per cento".

In che condizioni sei?

"Sono più lento, ma so ancora giocare. E poi so essere un leader. Questo è quello di cui hanno bisogno i Lakers. Sarò l'uomo che cuce i problemi di spogliatoio. Giocherò come Larry Bird: non farò più la guardia ma sarò un'ala forte. Visionerò i filmati delle sue ultime gare".

-E' il momento giusto per farlo?

"Ho 36 anni: ora o mai più. La squadra sta andando bene, ma credo possano aver bisogno di me per vincere di più".

-Quali obbiettivi hai?

"Non sono tornato per diventare il numero 1, quel ruolo spetta oggi a Michael Jordan, perchè come lui sulla Terra non c'è nessuno. Quello era l'obbiettivo 10 anni fa, adesso non posso più permettermelo. Sono tornato e basta. Non ne potevo più di stare fuori. Ho pregato Dio ogni giorno perchè rendesse possibile tutto ciò e adesso lo ringrazio pubblicamente. La fede e la voglia di vivere  possono sconfiggere gli handicap, le cose negative della vita. Ho giocato per anni solo per beneficienza, ho girato il mondo circondato da persone che mi hanno dimostrato il loro affetto e tutte le volte che uscivo dallo spogliatoio esplodeva un'ovazione. Ma non è la stessa cosa dentro una partita vera. Sono cose difficili da dire: semplicemente non è la stessa cosa".

-Come hai vissuto l'avvicinamento alla prima partita?

"E' stata la giornata più incredibile e felice della mia vita. Non ho potuto chiudere occhio per tutta la notte e sono arrivato al campo due ore prima degli altri, pensavo a come mi sarei sentito là fuori, di nuovo con la mia maglia. Mi dicevo continuamente: 'Stai tranquillo, cerca di fare sempre la cosa più intelligente, non farti prendere dalla frenesia'".

-Quando il tuo coach Del Harris, dopo 2 minuti e 21 secondi dall'inizio della partita ti si è rivolto dicendo: "Allora, sei pronto?", cos'hai pensato?

"Gli ho risposto: "Chi, io? Sei sicuro?" Mi sudavano le mani, non credevo stesse parlando con me. Mi sono sentito un po' scemo. Ero emozionato come un bambino, non capivo neppure dove mi trovassi, poi mi sono sciolto, ho ritrovato il ritmo, me stesso, il tifo, il mio mondo. Un sogno meraviglioso che è diventato realtà".

-Come ti senti dopo questo esordio bis?

"Non riesco quasi a parlare! Lasciatemi solo ringraziare il Signore per avermi dato la forza e il coraggio. Non posso dirvi come mi sento, mi sento talmente bene! E ringrazio tutti quelli che hanno compreso la mia scelta".

-Pensavi che saresti entrato così presto in partita?

"Quando a Campbell è stato fischiato il secondo fallo mi immaginavo che quello sarebbe stato il momento. In realtà io credevo che sarei entrato a quattro o cinque minuti dalla fine del primo quarto: perciò sono rimasto sorpreso. Pensate, è stata la prima volta in carriera che non entravo nel quintetto base".

-Qual'è stata la cosa più difficile?

"Imparare di nuovo a giocare con questi ragazzi, stare in campo e in mezzo alla squadra. Sono sempre stato abituato a dominare il gioco: ma adesso non sarà più così. Devo capire che Nick Van Exel, Anthony Peeler, Cedric Ceballos: saranno loro a dominare. Io devo ritagliarmi il mio spazio. Penso che questa sia la cosa più difficile, insieme al semplice fatto di tornare a giocare dopo quattro anni di assenza! All'inizio non capivo nulla, po sono andato avanti e Smith mi ha colpito, subito dopo mi ha colpito anche Seikaly. Bam, bam, bam. Allora mi sono svegliato. All'improvviso mi sono ricordato tutto".

-Sei sicuro della tua decisione, quindi?

"Sono tornato nel mio elemento. Io sono un giocatore di basket. E' quello che Dio mi ha permesso di fare. E' quello che faccio e che continuerò a fare. O adesso o mai più. Sarei dovuto ritornare molto prima. Avevano detto che giocare a basket mi avrebbe ucciso. Bene, non giocare mi stava uccidendo veramente".

-Chi ti è stato vicino?

"Mi ha fatto sentire veramente bene ricevere un sacco di lettere e telegrammi. Pat Riley mi ha svegliato con una telefonata ed io ero felice. Lui è proprio quello che aveva continuato a dirmi che non avrei dovuto smettere".

-Ti aspettavi di giocare così?

"Io non mi aspettavo neppure di segnare, non mi aspettavo nulla. Io volevo solo tornare, volevo risentire l'odore dei pop corn tra le prime file di spettatori. Mi sono sentito strano, mi è sembrato tutto nuovo, diverso, sicuramente la giornata più eccitante della mia vita, mi sono divertito come non succedeva da molto tempo a questa parte".

-Ma non sei ancora in forma...

"Lo so benissimo: devo scendere di peso e crescere in velocità. Mi ci vorranno un paio di mesi".

-Stai pensando anche alle Olimpiadi?

"Dovrebbero consentire ad un veterano di giocare alle Olimpiadi di Atlanta. Sto diventando vecchio e sarebbe la mia ultima possibilità: Ewing e Jordan hanno avuto più possibilità. Mi fanno ridere quelli che dicono che dovrei lasciare il posto ad un giovane. I giovani avranno altre possibilità".

-Cosa rispondi alle obiezioni di Charles Smith e Vernon Maxwell sul tuo rientro?

"Non voglio neanche stare a sentire queste stupidaggini. Ho passato tre mesi in estate giocando nella pre-season e andava bene a tutti. Ho giocato contro gente come Rodman, come Jordan e vi assicuro che sotto canestro non facciamo complimenti. Eppure non è successo niente, mai. Maxwell? Il ragazzo non si è mai preoccupato altro che di se stesso e adesso si preoccupa del mondo intero?"

-Cosa avrà fatto tuo padre stasera?

"Probabilmente sarà diventato pazzo".

 

HOME

 

Sezioni

LARRY BIRD    Home            Picture Gallery Articoli Storici Momenti         Video           Carriera        Special

MAGIC JOHNSON Home            Picture Gallery Articoli Storici Momenti         Video           Carriera

 

 

 

Hosted by www.Geocities.ws

1