Quinta lettera a Pietrangelo Buttafuoco (as don Pietro)
As published by Il Foglio Quotidiano - 06 dicembre 2003


Carissimo PeterTeufel,
non volevo pi� scriverVi, perch� mi pare che - da quando avete fatto la grande scoperta - mi trattiate con sufficienza, dall'alto della Vostra torre d'avorio tiberino. E' proprio un cos� grave peccato se mi sono laureata a Bologna invece che a Heidelberg, come mi era piaciuto lasciarVi intendere? Ve lo avrei confessato io stessa, prima o poi. L'avete saputo per altre vie, vabb�. Forse, tramite qualche gola profonda di un Ufficio Stampa! Spero soltanto che vi sia bastato un giro di telefonate e che non abbiate dovuto scomodare qualche squadraccia! Non resisto per� a non farVi partecipe del fatto che il mio stato di grazia continua. Tra i vapori ebollienti e le comparsate del neoilluminismo meneghino di Folli, mi sono abbandonata a basse ma amene letture e a un nuovo amore. Pare che finalmente sia la volta buona: l'uomo della mia vita. Un mio coetaneo ultracinquantenne, nato in terra sveva ma abitante a Cernusco Lombardone. Non conosce Proust e legge solo Metro. Non pu� dirmi banalit�, perch� � sordomuto. Ha tante pratiche nozioni di botanica che saranno utili per il mio giardino "Ferney a Milano" e, se proprio volete saperlo: scopa d'un bene, ma d'un bene.. che mi sento rinata, dopo tutti gli intellettuali in crisi che mi � toccato far sollevare! Quando ci incontriamo e facciamo quella cosa l�, una parola per� la riesce a pronunciare tra gli ahh e gli ohh... qualcosa come "a fuineera". Per capirne il significato ci vuol poco, ma che lingua sia non so, forse longobarda o turcomanna o regalbutana. Io non conosco le lingue antiche, ma solo quelle vive. E Voscenza?
Natalie Paav

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Natalie Paav
Il Foglio Quotidiano
Le confessioni di Natalie
Don Pietro 5
Il vero masculo non parla, lavora. Ara il terreno, dissoda zolle gravide di piacere, esplora anfratti e fa venire alla luce lacrime di piacere. Uno potrebbe scordarsi la strada di casa in quelle situazioni, e cio� la strada del ritorno, ma una cosa sola sia chiara: la donna non deve parlare, il linguaggio femminile nell'intimit� fa danno. Accompagni piuttosto con silenzi urlati il viatico verso l'ultimo lido, laddove si finisce, laddove si muore, ma se parla, la donna fa spegnere la fatica erotica dell'uomo. Si accontenti, cara Amica, dell'ahh e dell'ohh, e non si dia pena del regalbutese. Se volete, Vi posso passare l'indirizzo dell'assessore Raffaele Stancanelli in quel di Palazzo de Normanni, nativo appunto di Regalbuto.
Don Pietro



                                              
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