Copyright Testo Natalie Paav 2004
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Le confessioni di Natalie
Pagina 12
                                                           C o s i m o

Ero preoccupata quando ho ricevuto la tua mail dell'altro giorno.
Non ho risposto, preferivo far finta di non aver capito.
Mi chiedevi di non cambiarmi gli slip, quelli neri che preferisci, per almeno un giorno.
Temevo, come sai, sono piuttosto tradizionale.
Ieri notte, dopo il nostro laborioso incontro, ho poi capito.
Oltrepassato l'orlo della minigonna, le tue mani hanno assediato a lungo la mia capitale.
Come solo tu sai fare...
Prima delicatamente, quasi un soffio, poi un crescendo impetuoso e sempre pi� voluttuoso.
Dal tocco lieve di un dito a quello sempre pi� pressante di tutte le tue dita.
Mi hai poi tolto la leggera difesa di cotone nero che proteggeva la mia porta ormai spalancata.
E alle mani si � unita la tua lingua, che mi ha invasa gentilmente ma tenacemente.
Ottenebrata dal piacere, ti stringevo la testa con le mie mani e...osavo chiederti di pi�.
Acrobaticamente, poi, anche la mia bocca ha raggiunto il torrione svettante della tua capitale.
I nostri corpi sono rimasti a lungo uniti e operosi...finch� non si sono svuotati.
Esausti ma appagati, abbiamo poi riso delle nostre bestalit�.
A Duomo, nei labirinti tra le linee Gialla e Rossa, non ho resistito.
Ho aperto la busta che mi avevi dato facendomi promettere di non aprila che a Conciliazione.
E ho trovato i tuoi boxer bianchi.
Puliti s�, a parte qualche pelo, ma impregnati dell'odore inebriante del tuo corpo.
E ho capito...volevi essermi ancora vicino, in qualche modo.
Solo allora, pensa come mi hai stordita, mi sono accorta che sotto la gonna non avevo slip.
L'avevi vinta tu, un'altra volta ancora.
Inebriata e felice come se fossi stata ancora con te, mi sono messa a cantare.
Sottovoce, non preoccuparti, pazza s�, ma solo di te, Cosimo.
                                                                        
[continua]

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Ero preoccupata quando ho ricevuto la tua mail dell'altro giorno.
Non ho risposto, preferivo far finta di non aver capito.
Mi chiedevi di non cambiarmi gli slip, quelli neri che preferisci, per almeno un giorno.
Temevo, come sai, sono piuttosto tradizionale.
Ieri notte, dopo il nostro laborioso incontro, ho poi capito.
Oltrepassato l'orlo della minigonna, le tue mani hanno assediato a lungo la mia capitale.
Come solo tu sai fare...
Prima delicatamente, quasi un soffio, poi un crescendo impetuoso e sempre pi� voluttuoso.
Dal tocco lieve di un dito a quello sempre pi� pressante di tutte le tue dita.
Mi hai poi tolto la leggera difesa di cotone nero che proteggeva la mia porta ormai spalancata.
E alle mani si � unita la tua lingua, che mi ha invasa gentilmente ma tenacemente.
Ottenebrata dal piacere, ti stringevo la testa con le mie mani e...osavo chiederti di pi�.
Acrobaticamente, poi, anche la mia bocca ha raggiunto il torrione svettante della tua capitale.
I nostri corpi sono rimasti a lungo uniti e operosi...finch� non si sono svuotati.
Esausti ma appagati, abbiamo poi riso delle nostre bestalit�.
A Duomo, nei labirinti tra le linee Gialla e Rossa, non ho resistito.
Ho aperto la busta che mi avevi dato facendomi promettere di non aprila che a Conciliazione.
E ho trovato i tuoi boxer bianchi.
Puliti s�, a parte qualche pelo, ma impregnati dell'odore inebriante del tuo corpo.
E ho capito...volevi essermi ancora vicino, in qualche modo.
Solo allora, pensa come mi hai stordita, mi sono accorta che sotto la gonna non avevo slip.
L'avevi vinta tu, un'altra volta ancora.
Inebriata e felice come se fossi stata ancora con te, mi sono messa a cantare.
Sottovoce, non preoccuparti, pazza s�, ma solo di te, Cosimo.
                                                               
       
                                                        
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