| Copyright Testo Natalie Paav 2004 |
| Le confessioni di Natalie Pagina 14 |
| C o s i m o Ci eravamo promessi di essere saggi, Cosimo, ma poi...Vivre la vie! ...Lasciavo la grandeur dello Stade de France, mentre mi succhiavi il capezzolo destro... ...Uscivo allo Chatelet e mi lasciavo guidare da te mentre mi accarezzavi il collo... ...Mentre mi allontanavo dal Beaubourg, tu affondavi il viso nel mio seno... ...Davanti al Louvre, la tua lingua scorreva sui miei seni e le tue mani sulla mia schiena... ...Mentre mi dirigevo a piedi verso Notre Dame, tu mi facevi barcollare dal piacere... ...Con quelle tue dita...così esperte, instancabili...falliche... Facevi tutto tu...io non potevo fare o dire pazzie in pubblico. Mi concedevi appena qualche minuto per descriverti lo scenario e poi ripartivi all'attacco. Ora delicato, ora aggressivo e ora trasgressivo. E io mi lasciavo andare e mi scioglievo tra le tue dita, braccia, lingua e resto. Mai girato per Parigi in tale stato febbrile. Le altre volte, da persona seria, giravo per case editrici, uffici e persino cimiteri. Mi dicevi che il tuo undicesimo dito non ti dava tregua e io ti assecondavo, come potevo. Mi hai confessato che gli basta la mia voce per farlo sollevare. Penso che tu non menta, perché non ricordo di averlo mai visto in stato di riposo. ...In un viale vicino all'Etoile, ero ormai così fuori di me che ti ho implorato di finirmi... ...Baise moi, baise moi...non osavo dirlo in italiano, ma tu mi hai capito lo stesso... ...Una...ma sì: scopata cosmica, mentre guardavamo l'Arco di Trionfo... Spento il telefonino, mi sono accovacciata sulla sedia di un bar. Sono rimasta a lungo immobile... indolenzita e intontita. Mi sembrava di essere al termine di un lungo viaggio... nella notte, ma Céline non c'entra. Volevo correre da te, ma non avevo la forza di arrivare a Roissy o alla Gare de Lyon. Sono riuscita soltanto a farmi chiamare un taxi e a rientrare in albergo. [continua] |
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| C o s i m o Ci eravamo promessi di essere saggi, Cosimo, ma poi...Vivre la vie! Lasciavo la grandeur dello Stade de France, mentre mi succhiavi il capezzolo destro... Uscivo allo Chatelet e mi lasciavo guidare da te mentre mi accarezzavi il collo... Mentre mi allontanavo dal Beaubourg, tu affondavi il viso nel mio seno... Davanti al Louvre, la tua lingua scorreva sui miei seni e le tue mani sulla mia schiena... Mentre mi dirigevo a piedi verso Notre Dame, tu mi facevi barcollare dal piacere... Con quelle tue dita...così esperte, instancabili...falliche... Facevi tutto tu...io non potevo fare o dire pazzie in pubblico. Mi concedevi appena qualche minuto per descriverti lo scenario e poi ripartivi all'attacco. Ora delicato, ora aggressivo e ora trasgressivo. E io mi lasciavo andare e mi scioglievo tra le tue dita, braccia, lingua e resto. Mai girato per Parigi in tale stato febbrile. Le altre volte, da persona seria, giravo per case editrici, uffici e persino cimiteri. Mi dicevi che il tuo undicesimo dito non ti dava tregua e io ti assecondavo, come potevo. Mi hai confessato che gli basta la mia voce per farlo sollevare. Penso che tu non menta, perché non ricordo di averlo mai visto in stato di riposo. In un viale vicino all'Etoile, ero ormai così fuori di me che ti ho implorato di finirmi... Baise moi, baise moi...non osavo dirlo in italiano, ma tu mi hai capito lo stesso... Una...ma sì: scopata cosmica, mentre guardavamo l'Arco di Trionfo... Spento il telefonino, mi sono accovacciata sulla sedia di un bar. Sono rimasta a lungo immobile... indolenzita e intontita. Mi sembrava di essere al termine di un lungo viaggio... nella notte, ma Céline non c'entra. Volevo correre da te, ma non avevo la forza di arrivare a Roissy o alla Gare de Lyon. Sono riuscita soltanto a farmi chiamare un taxi e a rientrare in albergo. [continua] |
