LA RIFORMA DEL PATTO DI STABILITA': INTERVISTA A JOAQUIN ALMUNIA
NAVA: Commissario, l'impressione � che -rispetto alla proposta originale della Commissione Europea- l'attenzione al parametro del debito sia stata sostanzialmente annacquata nel compromesso finale sulla riforma del patto. Non le pare?

ALMUNIA: Con l'accordo Ecofin si torna a recuperare l'attenzione sulla vigilanza dell'evoluzione del debito e della sostenibilit� delle finanze pubbliche. Come si fa? Nella parte preventiva del patto si introduce il fattore debito nel momento di definire gli obiettivi di medio termine, mentre la Commissione si impegna a preparare entro fine 2006 una metodologia comune per prendere in considerazione non solo i livelli attuali del debito, ma anche i futuri obblighi che possono ricadere sui conti pubblici come conseguenza dell'invecchiamento della popolazione. E nella parte correttiva del patto, se lei legge l'accordo, vedr� che c'� un compromesso per utilizzare gli strumenti del deficit eccessivo anche nella vigilanza del debito, quando questo sia necessario. Ci sar� senza dubbio una maggiore vigilanza nella parte preventiva e in quella correttiva, questo � un risultato del nostro accordo sulla riforma. E'
chiaro a tutti che la vigilanza sul debito richiede meccanismi specifici, diversi dal deficit. Quindi occorre analizzare l'evoluzione del debito, ma i meccanismi per seguirla non possono essere identici a quelli per il deficit. Ma non possiamo dimenticare questo criterio. Se i mercati finanziari percepiscono che la sostenibilit� delle finanze pubbliche in Europa � a rischio, la conseguenza sar� che dovremo convivere con tassi di interesse molto pi� alti rispetto agli attuali.
Bruxelles, 22 marzo 2005
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