I CONTI PUBBLICI ITALIANI: INTERVISTA A JOAQUIN ALMUNIA
La situazione critica dei conti pubblici italiani e la crescita economica in Europa sono stati al centro dell'intervista di Sergio Nava al Commissario Europeo agli Affari Economico-Monetari Joaquin Almunia, a margine del Consiglio Europeo del giugno 2006, e a poche settimane dalla presentazione del Dpef italiano.

NAVA: Commissario Almunia, possiamo definire l'Italia il vero "malato" d'Europa?

ALMUNIA:
L'economia europea, in particolare quella dell'Eurozona, sta uscendo da una fase di recessione e bassa crescita, che ha messo in difficolt� la finanza pubblica di diversi Paesi, tra cui l'Italia, ma non solo. Ora bisogna sperare che la ripresa economica aiuti anche il consolidamento dei bilanci e la riduzione del livello del debito. Per l'Italia ci� rappresenta una priorit� assoluta, che nessuno pu� ignorare. Il livello di debito dell'economia italiana � molto alto, insieme alla Grecia ha il debito pi� alto della zona euro. Inoltre la capacit� di crescita dell'economia italiana � stata molto bassa, come in Germania e in Portogallo. Queste due sfide sono legate: se l'economia italiana non cresce, l'Italia non sar� in grado di consolidare i conti pubblici, riducendo cos� i livelli di indebitamento. ma per favorire la crescita occorre mettere i conti in ordine.

NAVA: Condivide l'allarme del nuovo Governo sul grave stato dei conti pubblici?

ALMUNIA:
Senza dubbio il nuovo Governo fa i conti con previsioni -per il 2006- ora peggiori rispetto a quelle precedenti le elezioni. Sono previsioni peggiori per due ragioni: la prima � che nel clima pre-elettorale dei primi mesi dell'anno si � perso tempo. Non si sono prese le misure necessarie, non si � applicato il bilancio, posticipando quindi le decisioni a dopo il mese di aprile; la seconda � che alcune previsioni di bilancio, soprattutto sull'evoluzione della spesa, si trovano sotto i dati reali. C'� quindi un'urgenza di dover prendere le misure necessarie: in pi� occorre prendere misure addizionali, poich� le spese stanno deviando rispetto alle previsioni. Ma l'attuale Governo italiano lo sapeva anche prima delle elezioni: ora � meglio guardare avanti e prendere misure per risolvere i problemi, anzich� limitarsi a criticare i predecessori.

NAVA: Si parla di una manovra bis da 7-10 miliardi di euro, e -pi� in generale- di un intervento correttivo pari a 45 miliardi entro il 2007. Sono numeri che -secondo lei- potrebbero aiutare il risanamento dei conti pubblici italiani?

ALMUNIA: Il Consiglio Ecofin approv� a marzo la proposta della Commissione per l'aggiustamento del deficit eccessivo italiano. Per riportarlo sotto il 3% entro la fine del 2007 l'Italia deve fare uno sforzo importante in materia di bilancio: a marzo si calcolava un aggiustamento pari all'1,6%. Ora, con un deficit di partenza maggiore, anche questo sforzo correttivo dovr� essere maggiore. Il Governo italiano presenter� all'inizio di luglio il Dpef, nel quale saranno contenute le cifre della manovra bis per l'anno 2006. Tra una settimana conosceremo le intenzioni del'esecutivo. Le analizzeremo: attualmente stiamo collaborando con il Ministro Padoa-Schioppa, ma fino a che non saranno presentate non commento cifre ipotetiche. Lo far� quando saranno ufficiali.

NAVA: In linea puramente teorica, la Commissione potrebbe concedere un anno in pi� all'Italia per il rientro nel deficit?

ALMUNIA: Credo che in politica occorra tenere i piedi per terra: la realt� � che non solo esiste un impegno italiano con l'Ecofin e la Commissione per una riduzione del deficit entro il 2007. Anche i cittadini italiani hanno bisogno che questi impegni  vengano rispettati. Poniamo il caso che i mercati finanziari o le agenzie di rating dovessero avere dubbi sull'impegno delle autorit� italiane circa la correzione dei conti pubblici: le conseguenze le pagherebbero gli italiani. E non sono io a dirlo: � una necessit� �, un bisogno dell'economia italiana e dei cittadini italiani.
Il Commissario agli Affari Economico Monetari Joaquin Almunia
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SECONDA
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INTERVISTA
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