INTERVISTA A GIULIANO AMATO
"AVREMMO SCONFITTO GLI EUROSCETTICI"

Intervista di Sergio Nava a Giuliano Amato

"Il Sole 24 Ore Luned�", 23 maggio 2005
�Dentro di me ho la convinzione, o forse la speranza, che il risultato del referendum francese sar� un "s�", magari risicato, ma un "s�"�. Il senatore Giuliano Amato, vicepresidente di quella Convenzione europea che pose le basi del Trattato costituzionale, guarda fiducioso - in un'intervista concessa a Radio 24 - alla delicata consultazione referendaria di domenica in Francia, con una punta di rammarico per l'occasione persa in Italia: �Inizialmente pensavo che un referendum nel nostro Paese sarebbe servito solo ad amplificare le ragioni degli euroscettici. Vedendo pere accade oltralpe, constato che esistono domande dei cittadini verso l'Europa. Si tratta di quesiti rimasti finora senza risposta. Per questo penso che forse avremmo fatto bene a convocare anche noi un referendum�.
Tornando ai pronostici in vista del voto francese, Amato scava nei ricordi personali, cercando parallelismi storici che inducano all'ottimismo. Rievoca cos� il precedente voto sul Trattato di Maastricht del 20 settembre 1992, dove i "s�" prevalsero per un soffio: �Una domenica di fine agosto incontrai l'allora primo ministro Pierre B�r�govoy. Tutti i sondaggi indicavano un vantaggio dei contrari, ma B�r�govoy mi disse: "Vedrai che se riusciamo a spingere il "s�" nelle ultime tre settimane, ce la far�". Cos� avvenne. Vedo perche una ragione di sostanza: la Francia � stata, alle origini della nostra storia di integrazione, la grande madre dell'Europa. Da "madre" ha nutrito determinate attese nei confronti di questa "figlia". Ma con l'allargamento � cresciuta, oltralpe, l'insofferenza per l'Europa attuale, sempre pi� diversa da quella delle origini. Di fronte al referendum, la prima reazione � quindi quella di dire "no": poi peron l'avvicinarsi del voto, il senso di responsabilit� punire per prevalere, come in passato�.
All'interno dei socialisti si presenta la spaccatura pi� evidente: �� un'antica tradizione della mia famiglia politica quella di rendere palesi le divisioni interne. Il Ps francese ha una sinistra che sconfina nell'estrema sinistra, senza che se ne veda la linea di confine. Per questo il "no" penetra con facilit� all'interno del partito, sotto le insegne del rifiuto del mercato globale, o dell'opposizione a un supposto liberismo contenuto nella costituzione. N� va dimenticato il formidabile apporto di dirigenti come Laurent Fabius, che per entrare nella corsa alle prossime presidenziali cerca in dote il voto dell'estrema sinistra. Sono posizioni in coscienza sbagliate�.
Per Amato, all'origine di questo euroscetticismo c'� anche un difetto di deficit democratico della Ue: �L'Europa ha preso decisioni importanti negli ultimi anni, informandone i cittadini solo a cose fatte. Non � il modo giusto di procedere. In occasioni come queste si finisce per pagarlo�.
Quali conseguenze da un "no" francese: esiste un "piano B"? �Nessuno oserebbe riproporre un referendum in tempi ragionevoli. Il "piano B" sarebbe rimanere al Trattato di Nizza, con un'aggiunta, nel tempo, di parti condivise e selezionate del testo costituzionale. Per esempio, l'introduzione del ministro degli Esteri europeo�.

                                                                      SERGIO NAVA
Il senatore Giiuliano Amato
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