INTERVISTA A JOSE' BARROSO
NAVA: Voltiamo pagina e parliamo di energia. Il 10 gennaio la Commissione Europea proporr� un importante pacchetto per una strategia energetica comune in Europa. Secondo il Financial Times, questo pacchetto non preveder� per� un "unbundling" puro, con l'attesa separazione delle forniture energetiche dalla priopriet� delle reti, a causa dell'opposizione franco-tedesca (giganti come E.ON e GdF si oppongono). E' vero?

BARROSO: Innanzitutto nessun giornale, neppure il pi� rispettato, pu� rimpiazzare le nostre decisioni. Non abbiamo preso ancora alcuna decisione. Decideremo sulla base del merito e non sulla base delle pressioni esterne. Se avessimo seguito questa filosofia, non avremmo preso molte decisioni in passato, a volte andando contro forti pressioni provenienti dagli Stati membri. Noi decidiamo sulla base di quello che consideriamo essere l'interesse europeo generale. E questa � l'unica nostra modalit�. Stiamo cercando il giusto bilanciamento per questa proposta che presenteremo il 10 gennaio. Non la posso ancora anticipare esattamente, in quanto intendo ricevere prima le opinioni di tutti i miei colleghi Commissari. Si tratta infatti di una questione molto orizzontale: tocca non solo il portafoglio dell'energia, ma anche quelli dell'ambiente, imprese, trasporti, concorrenza, mercato interno. Sto personalmente seguendo da vicino questo dossier, e pubblicheremo una proposta ambiziosa. Di cosa tratta il pacchetto? Il pacchetto riguarda una revisione complessiva della politica energetica europea: alcune proposte riguardano il cambiamento climatico, sia in termini di obiettivi per le emissioni sia in termini di obiettivi sulle energie rinnovabili, sia per il funzionamento del mercato interno dell'energia. Poi c'� la questione dell'unbundling, su cui certamente avanzeremo delle proposte: ma il punto � fino a dove ci possiamo spingere? Questo sia per la sua fattibilit�, sia in termini di coerenza dei sistemi di regolamentazione, considerato che esistono ancora molte inconsistenze tra le varie autorit� nazionali. Stiamo in ogni caso parlando di un pacchetto ambizioso, io lo considero il pi� ambizioso mai realizzato in Europa, in termini di approccio comune all'energia. Spero sar� considerata una priorit� assoluta, e spero che alcuni progressi saranno raggiunti al Consiglio Europeo di marzo, sotto presidenza tedesca.

In ogni caso, Presidente, la fine dei monopoli energetici in Europa e la sicurezza delle forniture non possono mancare in questa vostra strategia...

Concordo completamente: questi sono due dei temi maggiori. Porre fine ai monopoli, che sono sbagliati sia verso i consumatori sia in un'ottica di sicurezza. Il modo migliore di assicurare la sicurezza delle forniture � la diversificazione: diversificazione dei Paesi da cui importiamo energia, diversificazione delle vie di transito, diversificazione delle fonti stesse di energia. Quando lo scorso anno abbiamo presentato il nostro Libro Verde sull'Energia lo abbiamo fatto esattamente per garantire un'energia sostenibile, competitiva e sicura. Sono molto felice di vedere come il nostro messaggio sia stato ben ricevuto e ora gli Stati membri siano pronti a impegnarsi in un approccio pi� coerente verso l'energia. La domanda �: quanto sono disposti a andare lontano? Una cosa che le posso dire � che le nostre proposte sono ambiziose, e penso sia nell'interesse generale europeo avere un approccio comune all'energia.

Capitolo immigrazione: per anni l'Europa ha inseguito una politica comune. I progetti in materia, anche da parte vostra, sono innumerevoli. Ma quello che interessa ai cittadini � -in termini concreti- cosa fa o far� o pu� fare l'Europa per contrastare il sempre crescente afflusso di clandestini. Ce lo spiega?

Innanzitutto, su un piano molto pratico, abbiamo cercato di fare del nostro meglio per arrivare a un approccio comune sull'immigrazione. Sfortunatamente questo non � ancora stato accettato dagli Stati membri. Devo dirle che � assurdo che non lo accettino: in uno spazio integrato dove esiste il libero movimento delle persone non ha senso mantenere 25 politiche di immigrazione! E' assurdo! Solo per fare un esempio, se un Paese decidesse da solo di aprire i suoi confini e legalizzare gli immigrati, chiaramente ci� avrebbe un impatto anche sugli altri. Ci� che ha senso � rimpiazzare quindi queste diverse politiche nazionali con una europea, mediante un approccio coordinato. Questo ancora non � stato possibile, e sfortunatamente penso che non sia ancora possibile nei termini che desideriamo. Ma gli Stati membri hanno raggiunto un accordo per fare passi avanti, quali il rafforzamento dell'agenzia comune per il controllo delle frontiere FRONTEX, che avr� ora delle risorse a disposizione. Noi chiediamo agli Stati membri di mostrare solidariet� verso i Paesi in prima linea, quali Italia, Malta e Spagna, che sono i pi� esposti. Anche senza strumenti comunitari occorre un certo grado di solidariet�, sia in termini di pattugliamenti comuni, qualcosa di molto concreto, sia nel cercare di aiutare da un punto di vista anche economico quei Paesi che ricevono questa immigrazione illegale. C'� anche un altro punto molto concreto: la condivisione delle informazioni tra le polizie e le forze di sicurezza dei Paesi coinvolti dal fenomeno migratorio.
Il Presidente della Commissione Europea Jos� Manuel Durao Barroso
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QUARTA PARTE DELL'
INTERVISTA
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