ELEZIONI USA - UPDATES
27/7/2009

Barack Obama lancia -nel primo vertice sino-americano dalla sua elezione alla Casa Bianca- un appello a Pechino: "collaboriamo su clima e crescita".

Prove tecniche di G2. Estremizzando un po', si potrebbe definire cos� il primo summit dell'era Obama tra Stati Uniti e Cina, in corso a Washington. Che affronta il dialogo strategico ed economico tra i due Paesi. Obama � stato esplicito nell'indicare la relazione tra Pechino e Washington come quella che dar� forma al 21esimo secolo. Di qui l'invito esplicito, fatto al vicepremier Wang Qishan, e rivolto all'intero establishment cinese, a cooperare sul cambiamento climatico e per una crescita quantopi� sostenibile. Due temi sui quali il presidente americano sta puntando molte fiches della sua presidenza. Obama non ha trascurato neppure un altro aspetto, relativo alla lotta contro la proliferazione nucleare nel mondo: di qui l'appello a Pechino, per un'unit� sulla questione nordcoreana e iraniana. N� � mancata una frecciata al Governo cinese in tema di rispetto dei diritti umani: "la religione e la cultura di tutti i popoli devono essere rispettate e protette", ha affermato. Il vicepremier cinese Wang si � limitato a uno stringato commento sul tema della ripresa economica, dossier sul quale entrambe le nazioni condividono i maggiori interessi. "Siamo in un momento critico", ha detto. In agenda infine la questione monetaria, con le preoccupazioni incrociate e reciproche per la svalutazione di dollaro e yuan.

23/7/2009

Il dado � tratto: Barack Obama lancia la sfida sulla riforma delle riforme, finita ormai in cima alle priorit� del suo mandato. La riforma sanitaria.

Un dossier gi� presente nella campagna elettorale dell'allora candidato democratico, sulla quale il neopresidente americano si sta giocando persino i primi cali nei sondaggi di popolarit�. Ma � una sfida che intende vincere affrontando il problema di petto, come dimostrato dalla scelta di scendere direttamente nell'arena del prime time televisivo, per l'ennesima conferenza stampa. "Gli americani non possono aspettare pi� a lungo una riforma: contano su di noi, guardano a noi per una leadership. Vareremo una riforma sanitaria che abbassi i costi, promuova la scelta, e fornisca una copertura su cui ogni americano possa contare. E lo faremo nel 2009", ha promesso. Il piano per la riforma sanitaria si basa su tre pilastri: la riduzione dei costi, la garanzia per ogni cittadino di poter scegliere il proprio piano e -infine- una copertura medica di qualit�. La riforma Obama non intende assolutamente stravolgere il sistema "made in Usa": nessuna mutua sanitaria in stile europeo, anzi. Il principio base resta quello della copertura medica fornita dal datore di lavoro. Ma per quei 47 milioni di cittadini che non beneficiano n� di una polizza pagata dall'azienda, n� del programma Medicaid (destinato ad anziani, madri single, bambini e disabili), l'idea � quella di fornire sussidi governativi. I dettagli non sono ancora chiari, anche perch� Obama ha delegato al Congresso la stesura di un piano preciso. C'� pure un problema di costi, in tempi di recessione: negli ultimi tempi i costi assicurativi a carico delle imprese sono aumentati quattro volte rispetto agli stipendi, mentre il loro ammontare � raddoppiato, se rapportato al 2000. Gli Stati Uniti spendono in sanit� oltre duemila miliardi di dollari, il doppio della media dei Paesi Ocse. Da settimane Obama ripete che questo sistema non � pi� sostenibile. Tuttavia, il piano proposto dall'attuale amministrazione gioca ancora su troppe variabili: la Camera propone una sovrattassa sui redditi pi� alti, il Senato discute la tassazione dei benefits a carico del datore di lavoro. C'� anche chi spera in una maggiore concorrenza tra le compagnie assicurative, che faccia scendere gli altissimi costi per ogni trattamento o ricovero. La partita intanto resta aperta: Obama difficilmente riuscir� ad avere il via libera del Congresso per la riforma entro agosto. Cos� l'orizzonte temporale delineato si allarga, seppur di pochi mesi: il presidente americano vuole firmare la legge entro la fine del 2009.
M
O
R
E
U
P
D
A
T
E
S
L'
INCHIESTA
DI
SERGIO
NAVA
SUI
TEMI
DELLA
PRESIDENZA
IL MAXI
PIANO
ANTI
CRISI:
INTERVISTA
A
JOHN
TALBOTT

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