LA RIFORMA DEL VINO IN EUROPA
La riforma del mercato vitivinicolo in Europa arriver� a un punto di svolta all'inizio del 2007, quando la Commissione Europea presenter� la proposta formale di riforma. In questa intervista con Sergio Nava, la Commissaria Europea all'Agricoltura, Marianne Fischer-Boel, spiega obiettivi e propositi della riforma del mercato del vino in Europa.

FISCHER BOEL: Quando ho analizzato le statistiche sul consumo di vino in Europa ho subito notato che questo � in calo: soprattutto in Italia assistiamo a una forte discesa nei consumi. Sappiamo che la produzione -al contrario- � in ascesa nell'Unione Europea, mentre anche l'import cresce. Quindi ho pensato: se non faccio nulla, il settore si trover� ad affrontare grandi difficolt�. Per questo ho ritenuto che ci� di cui abbiamo bisogno in Europa � accrescere la competitivit� dei nostri produttori di vino, conquistando nuovi mercati, soprattutto in Asia (India e Cina), dove abbiamo concrete possibilit�, cercare di bilanciare offerta e domanda, infine prendere in considerazione il fatto che abbiamo un'enorme e importante tradizione nella produzione vinicola europea. E, come facciamo ogni volta che intraprendiamo una riforma, semplificare le regole.

NAVA: Una delle maggiori critiche giunte dall'Italia �: la riforma europea pone maggiore enfasi sulla riforma delle aree di produzione, piuttosto che sulla competitivit�...

Sappiamo che non possiamo continuare a distillare il vino agli stessi livelli del passato. Lo scorso anno abbiamo distillato per ragioni di crisi cinque milioni di ettolitri. I cittadini non vogliono pagare per la distillazione di vino che nessuno vuole bere. Per questo abbiamo bisogno di un cambiamento: io dico, abbiamo produttori che producono vino di bassa qualit�, i quali senza distillazione non potrebbero restare in commercio. Per cui: occorre un elemento sociale nella riforma, e per questo ho ideato uno schema di uscita dal settore, che rende possibile abbandonare l'attivit� vitivinicola senza finire in bancarotta. Si ottiene un pagamento una tantum: � possibile ed � su base volontaria. Chi non lo vuole utilizzare non � obbligato a farlo.

Quali gli elementi nella riforma per incrementare la competitivit� di chi rimane sul mercato?

Innanzitutto intendiamo continuare a mantenere lo stesso budget. Non � una riforma pensata per ridurre i fondi europei al settore, che ammontano attualmente a una cifra compresa tra il miliardo e i 200 milioni e il miliardo e i 300 milioni di euro all'anno. Sono soldi... Vogliamo mantenere inalterato il budget, ma vogliamo allo stesso tempo spendere i soldi in modo pi� intelligente. Vogliamo quindi puntare sulla ristrutturazione, e penso che in futuro, una volta che sia avvenuta la fuoriuscita dal mercato delle aziende meno competitive, potremo dare una possibilit� ai produttori che intendono incrementare la propria produzione, soprattutto se sono buoni produttori. E' la logica del mercato, che lascia la possibilit� ai migliori di incrementare profitti e visibilit�.

Il Ministro De Castro ha chiesto una maggiore aggressivit� dell'Europa per incrementare la competitivit�. Come intendete andare incontro a queste richieste?

Se lei legge la nostra comunicazione sulla riforma del vino vede benissimo che non si tratta della riforma definitiva. E' una comunicazione che comprende varie opzioni. Attualmente siamo nella fase di ascolto e discussione con tutti gli attori in gioco, in tutti gli Stati membri. Chiedo loro cosa considerano necessario. La mia collaborazione con il Ministro De Castro � molto buona e stretta. E' evidente che dobbiamo migliorare nella promozione dei nostri vini. Se lei va in un qualsiasi supermercato di Bruxelles, i vini del cosiddetto "nuovo mondo" sono molto meglio promozionati, anche a livello di marketing. Dobbiamo imparare da loro, sul marketing intendo fare proposte "all'offensiva".

Effetti sull'Italia?

Quando guardo alla capacit� produttiva dell'Italia, vedo che arriva a quasi il 30% dell'intera Unione Europea. E' molto. Quando guardo al settore vitivinicolo italiano, noto che ci sono molti produttori, piccoli e grandi. E i grandi possono ulteriormente crescere. Ci� che dobbiamo fare � aiutare i pi� piccoli, perch� si uniscano in cooperative che competano a livello del mercato della distribuzione per migliorare la qualit� del vino. Questo � un fattore cruciale: nessuno vuole bere vino cattivo. Quando guardiamo al consumo di vino in Italia, vediamo un cambiamento, da un consumo di vino da tavola a un consumo di vino di qualit�. Ruota tutto intorno alla qualit�.

Marianne Fischer-Boel,
Commissaria Europea all'Agricoltura
LA
SECONDA
PARTE
DELL'
INTERVISTA
Hosted by www.Geocities.ws

1