INTERVISTA A CHRIS PATTEN
Commissario Patten, per quanto riguarda il Medio Oriente, alla luce degli ultimi sviluppi sia diplomatici sia della cronaca, ritiene che il Quartetto abbia ancora un ruolo da giocare? O � ormai impotente?

Il Quartetto, che � l'autorit� che rappresenta la comunit� internazionale, ha un ruolo da giocare. Ogni futuro accordo di pace richieder� infatti un sostegno internazionale. Ma -soprattutto- la road map, rappresenta l'unica strada per la pace. Non esiste un altro piano. E prima lo si riconosce e si raggiunge un accordo politico per implementarla, meglio sar�.

Commissario Patten, qual � la sua visione futura dell'Unione Europea?

Ciascun Paese europeo, con una o due eccezioni, vuole essere parte dell'Unione Europea. Tutti riconoscono che il modo migliore per tutelare i propri interessi nazionali � quello di lavorare insieme. Ma � importante che tutti riconoscano che quando si raggiunge una tale grandezza, si definiscano chiaramente le competenze da svolgere al
livello europeo e quelle da lasciare all'ambito nazionale. Questo � essenziale per rendere gestibile l'Unione Europea, e per evitare che si apra una frattura fra le istituzioni europee e i cittadini. Dobbiamo focalizzarci pi� rigorosamente su ci� che realmente richiede azioni a livello europeo, e fare in modo che le istituzioni comunitarie siano trasparenti e democraticamente responsabili.

Commissario, numerose indiscrezioni la vedono in prima fila nella successione a Romano Prodi alla presidenza della prossima Commissione Europea. Accetterebbe questo incarico se glielo offrissero?


Ogni volta che sento queste voci, rendo chiaro che non sono un candidato. Ho accettato il mio lavoro come Commissario per le Relazioni Esterne per cinque anni, ho gi� preso numerosi impegni per il periodo successivo a questo mio lavoro a Bruxelles, e non intendo cambiare idea.

Milano, 13/5/2004
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