INCHIESTA: IL PATTO UE SULL'IMMIGRAZIONE
Il Patto Europeo sull'Immigrazione, su cui � stato raggiunto un accordo il 25 settembre 2008 da parte dei Ministri UE dell'Interno, chiude l'ennesima estate di sbarchi sulle coste europee. Sergio Nava torna a indagare su un fenomeno che per alcuni rappresenta un grave pericolo, ma per altri (anche a causa del calo demografico) costituisce invece una necessaria opportunit�.

PRIMA PUNTATA


Nella prima puntata andiamo a fondo sul nuovo patto europeo sull'immigrazione.

Cinque obiettivi per un accordo che pone le basi della futura politica di immigrazione comunitaria: il patto europeo sull'immigrazione, sul quale i Ministri dell'Interno hanno raggiunto l'intesa e che passa ora alla firma ufficiale dei 27 leader, prevista per met� ottobre, ha - al primo punto - l'organizzazione dei flussi migratori legali sulla base delle priorit� e delle capacit� di accoglienza dei singoli Paesi. Una questione molto dibattuta, dopo le sanatorie di massa spagnole. Proprio per questo il nuovo orientamento punta a regolarizzare solo i singoli casi, tendenzialmente per motivi umanitari. Secondo cardine il rafforzamento della lotta all'immigrazione clandestina, assicurando il ritorno degli illegali ai Paesi di origine o a quelli di transito. Terzo punto: una maggiore efficacia dei controlli alle frontiere, incluso il pattugliamento delle acque e il rilascio dei visti biometrici. Quarto: l'elaborazione di una procedura comune d'asilo, garantendo sia la protezione dei rifugiati politici sia un giro di vite sulle richieste abusive. Infine, la creazione di un partenariato globale con i Paesi di origine e di transito. Tutti questi punti spingono l'Europa verso una politica migratoria fondata sempre pi� sugli ingressi legali, basata sulle reali esigenze del mercato del lavoro e con l'impegno a favorire l'intregrazione dei nuovi arrivati. Allo stesso tempo, l'impegno � quello di porre un freno all'immigrazione clandestina, concludendo accordi di riammissione e rimpatriando gli illegali. Funzioner�? Difficile dirlo,si tratta solo di linee comuni. Che lasciano ampi margini d'azione ai singoli Stati membri.

SECONDA PUNTATA

Seconda puntata dell'inchiesta di Sergio Nava sulle politiche migratorie europee. Tracciamo un bilancio dell'estate appena trascorsa sul fronte degli sbarchi in Europa. Lo facciamo con Elisabeth Collett, analista allo European Policy Centre di Bruxelles e specialista di politiche migratorie.

COLLETT: I numeri dell'immigrazione nel Mediterraneo sono cresciuti quest'anno: il capo dell'agenzia comunitaria Frontex ha persino ammesso che i pattugliamenti comuni hanno influito nel reindirizzare gli stessi flussi. Tra l'altro esistono ancora poche possibilit� di ingresso legale per quegli immigrati che non sono ritenuti qualificati. Per i rifugiati il viaggio nel Mediterraneo appare come l'unico modo possibile per fuggiredalle persecuzioni. I numeri sono in crescita e le operazioni comuni non sembrano sortire effetti decisivi.

NAVA: Parliamo di numeri dell'estate appena trascorsa...

Le statistiche pi� recenti suggeriscono che 12.641 immigrati sono arrivati a Lampedusa. Una cifra di gran lunga superiore a quella di altri punti tradizionali di approdo in Europa, come le Isole Canarie, dove gli arrivi sono stati tra i 5000 e i 6000. Il problema per l'Italia � rappresentato soprattutto dalla Libia, che rifiuta di ricevere gli immigrati rimandati indietro.

Ma fino ad ora ha funzionato la cooperazione europea in materia di contrasto all'immigrazione clandestina?

Si � fatto molto, in termini di politiche comuni di controllo dei confini e nell'affrontare l'immigrazione irregolare. Molto meno � stato fatto per costruire politiche relative agli immigrati regolari. A livello operativo esiste un gap: si � prodotta molta legislazione, esistono molti accordi, si fa molta retorica, ma operativamente c'� bisogno che tutti gli Stati membri finanzino ci� che � realmente necessario, cio� le operazioni comuni, cui tutti dovrebbero contribuire. Finora si � visto i Paesi del sud Europa portare il carico maggiore, sia finanziario che di uomini impegnati. Ma una delle grandi domande �: fin dove l'Unione Europea pu� spingersi?
Leggi le puntate successive
Hosted by www.Geocities.ws

1