COLPEVOLI, CREDULONI e STUPIDI

Accusati, in passato, di essere stati piuttosto duri nei confronti della scena del Nord ( David Cole è del Sud ndt ), negli ultimi tempi abbiamo cercato in ogni modo di non occuparci di loro. ma dal momento che siamo venuti a conoscenza di alcune recenti "perle" che si possono trovare solo in certe sale da ballo a Nord di Watford, non possiamo astenerci dal fare un commento.

Nella metà degli anni Sessanta, Doris Troy fece un superbo disco per la casa discografica "Calla", dal titolo "I'll Do Anything".  Edito originariamente nel nostro Paese dalla "Cameo-Parkway", esso fu fatto oggetto, per lo meno, di altre due ristampe per "Toast" e "Contempo". In ogni occasione arrivò a sfiorare le classifiche pop, attirando in questo modo l'attenzione del sempre avido mercato delle "cover".

Ed infatti nel 1969 la "Polidor-UK" , in modo del tutto sconsiderato, contattò - al fine di fargli incidere una cover di questo brano - l'allora popolare DJ inglese Tony Blackburn, il quale, possessore di una voce di notevole mediocrità, aveva iniziato la propria carriera come cantante pop in una band di Bournemouth. Ebbene, in quella occasione registrò ( ma vi rendete conto ? ) un intero album per la "Polydor" nel quale v'era inclusa una cover di "I'll Do Anything".

Quel disco rimase a lungo negli scaffali dei negozi, accumulando polvere.

Adesso, per qualche strana ragione di cui non capiamo il motivo, alcuni DJ - per lo più del Nord - hanno ritenuto necessario fare il "cover up" di quelle che affermano essere loro scoperte personali.  Ciò, apparentemente, non servirebbe per ingannare gli ascoltatori/appassionati ( ma davvero non è così ? ) bensì per conservare l'esclusività di un disco, spesso così orrendo che a nessuno verrebbe in mente di andare a chiedere loro qual'è il titolo originale.

Un recente esempio è il successo Northern Soul intitolato "Everything's Tears" attribuito ad una certa Florence DeVore, e presentato come una rarità risalente all'epoca d'oro degli "stompers", ma in realtà un vecchio disco inglese di Barry St. John per la "CBS", dal titolo "Everything I Touch Turns To Tears".

E comunque, la pratica del "cover up" ci è sempre stata odiosa. La musica Soul, e in particolare quella buona - e la gran parte dei DJ ha BUON gusto - dovrebbe essere condivisa con un pubblico sempre maggiore, non lasciata a beneficio di pochi eletti.

Noi siamo stati sempre felici di condividere una nostra "scoperta" con i lettori. Ad esempio, già molto prima che raggiungesse il successo grazie al film di Clint Eastwood "Play Misty For Me", noi parlavamo di Roberta Flack come di una futura superstar.  E non abbiamo mai pensato di chiamarla "Joanna Black", così come non abbiamo mai chiamato Helen Shapiro, Rose Battiste ( cosa che - ebbene sì - è accaduta ! ).

Ma torniamo a Tony Blackburn, per quanto l'argomento possa essere orribile.

Un Dj di lassù, certamente smanioso di dimostrare la propria abilità nello scoprire "oldies", qualunque sia il loro valore ( e tutti siano che ognuno ne può trovare quanti ne vuole nei magazzini di molte case discografiche ) è venuto a conoscenza dell'album della "Polydor" e -  ricordandosi, senza dubbio, l'originale successo di Doris Troy - ha iniziato a suonare la versione di Blackburn di "I'll Do Anything" proponendolo sotto il nome ( cover - up ) dell'americano Lenny Gamble.

Questo cadavere che questi DJ hanno riesumato - presentandolo come un qualcosa di gran pregio -  per il proprio pubblico, ansioso di ballare qualunque cosa gli si faccia sentire,  sembra :

 a) che sia stato registrato in un cesso, 

b) che nessuno avesse mai sentito prima questo brano, 

c) ha effetto solo su cervelli imbottiti di droga

Questo pezzo è diventato un così grande successo che un DJ di quelli ha persuaso la Polydor - che si era dimenticata del tutto dell'esistenza del disco - di stampare anche il 45 giri. Che è uscito, alla fine, come come "lato b" di un disco che conteneva, nell'altro lato, un rifacimento delle Flirtations di un vecchio brano di Marvin Gaye - Little Darlin' - ; un altro pezzo ritenuto da queste persone un "classico".

A dispetto del fatto di essere ritenuto una rarità, Tony Blackburn aveva passato molte volte in radio il disco delle Flirtations; mentre altri DJs, forse più attratti dai "lati b"( o più sottomessi ad una sorta di "nepotismo" ) hanno iniziato a suonare il lato dove c'è il brano di Lenny Gamble.

Nel corso del tempo la vera identità di Lenny Gamble è stata scoperta, e mentre il disco stava avanzando con buone possibilità di entrare nella pop chart, alcuni "esperti" della scena northern indossavano con vanto  t-shirts con la scritta "Io so chi è Lenny Gamble"

Guardiamo, allora, al titolo dell'articolo :

- colpevoli : quelle persone che hanno praticato l'inganno fino al punto di arrivare incredibilmente vicino al livello di un precipizio legale e coloro che, se non usando la corruzione, tuttavia stanno certamente usando "certi vecchi metodi" per cercare di fare entrare il disco nella classifica pop

- creduloni : gli appassionati che si sono lasciati ingannare ed hanno così contribuito a far crescere l'interesse iniziale nei confronti del disco

- stupidi : tutti quelli che hanno ritenuto meritevole di attenzione un disco così

Comunque, la seconda e la terza categoria dimostrano chiaramente la scissione che c'è stata nella scena nel Nord dell'Inghilterra : mentre la maggioranza stanno ritornando al vero "soul", così come lo intendiamo noi ( e costoro non devono ritenersi in nessun modo tirati in causa da questo articolo ), una minoranza sta andando verso un'altra direzione, ritenendo "soul" ( sic !) quello proposto da artisti quali Del Shannon, Jackie Trent, Peggy March e Paul Anka.

Quanto più velocemente tali elementi della scena abbandoneranno l'idea che queste cose abbiano a che fare con il concetto di "soul", tanto meglio sarà.

 

GIUGNO : IL MESE DELLA MUSICA NERA ( Giugno 1979 )

Negli Stati Uniti, Giugno è stato designato come "il mese della musica nera". Non è una iniziativa limitata al campo dell' industria discografica, nè un'invenzione dei mass-media, ma è una cosa ufficiale !

Su iniziativa della "Black Music Association of America", che ha celebrato di recente il primo anniversario, il Presidente Carter ha deciso di prendere ufficialmente questa iniziativa e, in coincidenza, il numero 9 del magazine "Billboard", che esce a Giugno, contiene un servizio speciale sull'avvenimento.

Qualsiasi cosa si possa pensare sul conto dei politici o degli Statisti, come nel caso del Presidente Carter, possiamo dire di aver mai visto qui da noi una cosa simile ? Anzi, con il nuovo governo di centro-destra ( ormai vicino alle posizioni del National Front ) la sola idea di un mese dedicato alla musica nera diventa pura fantasia, anche se non dovrebbe essere forse un obbligo dell'industria discografica britannica quello di cercare di emulare i propri colleghi americani ?

Infatti, è grazie alla musica nera che al giorno d'oggi riescono a raggiungere una quantità di vendite mai avute in passato, tanto che questa sarebbe l'occasione giusta per loro di ringraziare quelli che,negli ultimi anni,  si sono così tanto impegnati per far riempire le saccocce delle case discografiche.

Ma cosa fanno, invece, i discografici britannici per sottolineare l'evento ? Se ne fottono, o almeno così sembra ! Nessuna di esse si è preoccupata di conoscere meglio quello che sta accadendo negli States.

Le compagnie che producono prevalentemente musica nera, come la "Motown" e la "Salsoul", continuano ad "assalire" le nostre orecchie con ripetitivi brani "ultra-commerciali", mentre conservano nel loro catalogo la "vera" musica; anche la "CBS" non fa altro che proporci infinite varianti di robaccia "disco" dal catalogo della "Prelude", ignorando i recenti successi americani di Tyrone Davis e dei Manhattans.

Si dovrebbe arrivare alla conclusione che un "mese della musica nera" in Gran Bretagna sarebbe incentrato soprattutto sul reggae. Okay, non facciamo segreto del fatto che non ci è mai interessato molto del raggae, ma questo andrebbe bene lo stesso, se servisse per la causa della "cultura nera".

Ma allora qual'è il problema qui in Inghilterra ?

Il problema è che l'industria discografica deve essere ancora presa sul serio ( dai politici ) e soprattutto  - finchè ciò non accadrà -  deve iniziare essa stessa per prima a fare le cose sul serio.

Le case discografiche sembrano venire a contatto con la realtà - la loro propria - solo quando ci sono da alzare i prezzi; mentre negli altri periodi si limitano a far uscire robaccia così scadente che, per davvero,  è buona solo per tenere in vita "Radio One".

I veri affari li fanno gli Americani : qui da noi arriva "il fondo del barile" , mentre la crema - che di solito sta in cima - è lasciata per quelli oltreoceano.

Qualche volta capita anche che facciano uscire un bel pezzo, che infatti diventa subito un successo, e allora colpevolmente i produttori britannici decidono o di non dare seguito a questi brani, oppure - di converso -  di arrivare a saturare il mercatto ( riproponendo quel brano di successo anche nei successivi album, cosa che scoraggia, anzichè attrarre, coloro che comprano i dischi con regolarità ).

Il potenziale della musica nera è enorme. Un numero sempre più grande di artisti famosi si sono dati alla "disco" col risultato - per la maggior parte dei casi - di innalzare il livello delle produzioni "disco".  D'altra parte la "disco" è la chiave per essere accettati dall'industria discografica.

Per quanto detto, la logica dice che la musica nera e le compagnie discografiche devono camminare nella stesa direzione  per il bene di entrambe. Perchè ciò non accade ? Ci sono forse pressioni governative volte ad eliminare l'influenza della musica nera ? Ci piacerebbe pensare di no, ma d'altra parte sarebbe oltremodo pericoloso ipotizzare che questo sicuramente non accada ( per restare in tema, sui manifesti del National Front c'è riportata la promessa di abolire ogni programmazione di quella che chiamano "la musica della giungla" (sic !) ).

L'unica conclusione è che il prototipo del direttore di una casa discografica inglese è un  ignorante fuori dal mondo.

Giugno è stato nominato, in America, il "mese della musica nera". E' troppo tardi per organizzare l'evento quà, ma se le XXX in Gran Bretagna l'anno prossimo si sveglieranno in tempo, forse possiamo provare a riproporre una piccola parte di quello che fanno negli Stati Uniti.

 

 

 

 

 

 

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