- SOLO UN SOGNO –
§Mari-chan§
La mia
mano appoggiava contro un sudicio muro che, complice l’oscurità della notte,
neanche riuscivo a vedere bene. Sentivo il ruvido della parete sotto i miei
polpastrelli. E una grande stanchezza….Ogni passo era un’enorme fatica. Mi
sentivo pesante…e tutto questo freddo…non sapevo se sarei riuscita ad
arrivare a casa. Forse avrei dovuto bere un po’ di meno…ingoiare quel
liquido fresco non è bastato per dimenticare quel cretino di Masaki. Quello
scemo, quell’idiota, quel deficiente, quel…
STUMP!…SPLASH!
Splash? Rumore d’acqua? Ma sono inciampata, giusto? Sarei dovuta sbattere
contro il duro marciapiede. E invece, mentre chiudevo gli occhi scivolando verso
il basso, il mio viso si è come dolcemente immerso. E se provassi… ad aprire
gli occhi?
Dove
sono? La mia testa è improvvisamente leggera. Intorno a me c’è solo un
immenso spazio celeste. Mi sento immersa nell’acqua, eppure respiro. Il freddo
se n’è andato, e sento solo un piacevole tepore che dalle punte dalle dita
sale e s’irradia in tutto il corpo: "Non sarò mica morta?" dico ad
alta voce "Questo è l’aldilà?"
"
Benvenuta. Questo non è l’aldilà. Sei vivissima, questo è solo un
sogno"
Chi ha
parlato? Mi volto improvvisamente e davanti a me c’è un uomo…o almeno credo
lo sia. E’ seduto su una specie di palla rossa screziata d’oro, che
galleggia nell’aria. E’ vestito in modo strano, e lunghi capelli bianchi gli
coprono parte del volto e gli occhi.
"Un
sogno?" sono stupita "vuoi sostenere che nonostante tutto sono
arrivata a casa e sono a letto?"
"Ehm…no.
Sei caduta e ora giaci svenuta"
"Ah
grazie e me lo dici così?"
"Ti
sei fatta male al naso" continuò lui come non mi avesse sentito "e
hai un graffio al naso. Ma stai benissimo. Presto ti desterai. Uhm…sei ubriaca
fradicia vero?"
"E
a te che importa?" mi scappò detto.
"Esistono
molti strati del sogno" continuò di nuovo lui, come se non esistessi, mi
dava un po’ sui nervi! " e QUA possono solo arrivare persone che stanno
per finire la loro esistenza, o che sono depositarie di particolari poteri, o
che sono molto sensibili o che per fattori esterni hanno perso il contatto con
la realtà…"
"In
poche parole… i moribondi, i pazzi, i malinconici cronici, gli ubriachi e i
drogati! Che allegria! Ecco perché sei così pallido…" volevo un po’
provocarlo. Con mia enorme sorpresa lui, invece di arrabbiarsi, mi sembrò
sorridere impercettibilmente. Poi si spostò leggermente e accavallò una gamba.
"Sta arrivando qualcuno" infine annunciò.
"Chi?"
dissi io, in stato di preallarme, voltandomi freneticamente prima a destra e poi
a sinistra.
"Non
qua, ma nella realtà, qualcuno ti sta per svegliare" scese dalla palla
rossa e si avvicinò a me "Ascolta, appena ti svegli, rialzati e corri
verso casa tua. Allontanati più che puoi. Presto in questo quartiere scoppierà
una battaglia tra due draghi e per te potrebbe essere pericoloso"
"Tra
due… draghi? Parli ancora di sogni?"
"No,
parlo di realtà…che a volte supera la fantasia!"
Sentì
qualcosa che mi scuoteva una spalla…lo spazio celeste attorno a me cominciava
a diventare sfocato…"Come ti chiami?" urlai allo strano individuo
"…Non ci rivedremo mai più, in ogni caso piacere d’averti
conosciuta!" rispose calma la sua voce…
Aprii
gli occhi. Scorsi lo sporco del cemento e pure una cicca schiacciata di
sigaretta. Il freddo mi penetrava nel corpo… Avevo i capelli davanti agli
occhi e un gran dolore al naso…
"Tutto
bene?" un ragazzo mi scuote gentilmente una spalla. Alzo gli occhi. "E
da un po’ che ti scuoto, tutto bene?"
"Sì…sì"
biascico io rialzandomi. Lui è davvero carino! Proprio un bel ragazzo…alto,
moro…con un sorriso e uno sguardo molto enigmatico…sembra volerti uccidere e
stringere allo stesso tempo… "Tutto bene!" dico ad alta voce una
volta in piedi facendo qualche saltello sul posto:" Mi è sparita pure la
sbornia!"
"Vattene"
"Eh???"
per la sorpresa rimasi con le braccia alzate a mezzaria. Avevo sentito bene?
"Qua
presto si scatenerà una battaglia. Se resti qua ti farai male" non ha
cambiato espressione. Freddo ma caldo allo stesso tempo.
"Ma
che strano" mi scappò detto "anche quello nel sogno diceva la stessa
cosa"
"Ah
sì?" sembrava divertito " Kakyou si sta’ dando da fare. Ma
probabilmente non sei tu. Beh, allora ciao, e vattene a casa non ci torni più
per davvero. Io ti ho avvertito" si girò e s’incamminò dalla parte
opposta in cui dovevo andare io. Ha detto quelle cose con una tale calma da
sembrare finto. Non è che li creda però…in fondo è tardi e potrebbe esserci
qualche malintenzionato….Potrebbe essere stata un allucinazione entrambi gli
incontri…però…
Maledicendo
la mia credulità, e stringendomi più che posso il cappotto addosso, comincio a
correre.
Lo
spazio celeste vuoto si è riempito d’alberi, fontane, piante, fiumi…tutto
così finto, ma allo stesso tempo come reale. Kakyou è sempre seduto sulla
palla rossa, con gli occhi chiusi. La ragazza di prima era giovane e divertente,
ma non era lei. Per fortuna si sta allontanando davvero da quel posto
pericoloso…
"Salve,
oh parlo con te" Fuma entra squarciando il cielo e chiama il veggente senza
tanti complimenti: "Bella ragazza, vero?" continua "L’ho
incontrata"
"Sì
l’ho visto" il sognatore continua a tenere gli occhi chiusi.
"Non
l’hai ancora trovata?" mentre parlava Fuma giocherellava con una mela che
pendeva da un albero "Ti ricordo che hai poco tempo…tornerò…tanto non
la troverai mai".
La
frase suonava molto cruda, ma Kakyou non se ne curò eccessivamente:
"T’intrometterei nella battaglia? Le due hanno cominciato proprio
ora" gli chiese.
"
No. Satsuki e Beast se la possono cavare benissimo da soli. Vado. Tornerò
Kakyou"
"Lo
so"
Uaaaa
che sonno! La sveglia invece suona senza pietà. Mia madre mi chiama dal
corridoio… E va bene, mi alzo! Sono le 7 e un quarto e devo andare a scuola.
Fuori c’è un bel sole.
Mi
avvicino allo specchio mentre mi vesto. Ancora quel sogno…è tanto tempo che
lo faccio.
Vedo
un uomo di spalle. Corro verso di lui urlando di voltarsi, ma un metro prima di
raggiungerlo… il sogno finisce. Ma ogni giorno mi sembra di avvicinarmi di più.
Forse un giorno lo raggiungerò.
Mentre
mi pettino osservo il mio viso…ok i capelli corti sono facili da pettinare e
da mettere a posto. La mia fisionomia non assomiglia molto ad un’italiana. A
volte mi dicono…sì, che sembro una giapponese. Sorrido. Tutti sostengono
anche che ho uno strano modo di vestirmi, elegante ma allo stesso tempo
originale. A me piace. La vita è breve, perciò è meglio viverla nel modo più
allegro e personale che si possa!
Afferro
con una mano lo zaino e corro in cucina, come al solito sono in ritardo!
"Allora
Inuki che cosa vuoi?"
Un
ragazzo passò vicino a quella ragazzina così carina, sorridendo. Era davvero
carina e femminile però…parlava da sola! Meglio andare più in là col
carrello…in un altro scaffale.
"Inuki
e allora?" Yuzuriha stringeva tra le mani due barattoli simili, e aspettava
una risposta dal cucciolo che, invece, la guardava con aria incuriosita.
"Lo
so che tu non hai bisogno di mangiare, ma per me è importante. Devo essere
piena di energie per affrontare i combattimenti!" la ragazza continuava a
parlare con l’animale senza curarsi minimamente degli altri avventori del
super market che le passavano a fianco " Per esempio ieri notte è stata
dura…anche se poi è finita con un nulla di fatto. Certo che
quell’aggroviglio di cavi è davvero tosto! (1) …E allora che si
prende?" Per tutta risposta il cucciolo abbaiò divertito da una signora
che, non riuscendolo naturalmente a vedere, lo stava attraversando con un
sacchetto pieno di arance.
"Ho
capito…! Non ti interessa! Vabbeh…li prendo entrambi! E già che ci sono
meglio che prendo qualcosa per Kamui. Quel ragazzo non mangia mai abbastanza e
sembra non possedere una casa in cui tornare (2) Inuki, andiamo!" Abbaiando
e saltellando il cane seguì la sua padrona verso le casse, dove c’era una
fila di persone che chiacchieravano del più e del meno. Per un attimo Yuzuriha
assaporò un trancio di quella che si poteva chiamare una vita normale….
NI
NOOOO……NI NOOOOO (3) ……ambulanze all’improvviso risuonarono proprio
sulla strada davanti al supermercato.
"Ultimamente
si sentono sempre più spesso" affermò un signore anziano.
"Eh
già" proclamò una signora dal vestito verde che si era affacciata a
guardare "ma stavolta sembra si tratti di un incidente stradale. Devono
aver investito qualcuno…."
"Speriamo
non si siano fatti male!" affermò la signora col sacchetto delle arance.
"Già…"mormorò
a bassa voce Yuzuriha, mentre appoggiava la spesa sul nastro scorrevole della
cassa "Speriamo che non debba più morire nessuno…"
"Ha
detto qualcosa signorina?" chiede la cassiera.
Yuzuriha
sorrise "No, niente…allora quanto le devo?"
Ho
fatto un altro strano sogno. Ho visto di nuovo lo stesso uomo di spalle. Ma
questa volta era molto, molto lontano…mi sono messa a correre…
Ma
lui è sparito. Al suo posto ho visto due persone: un uomo e una ragazza. Lei mi
dava le spalle, e aveva un abito che non avevo mai visto…una specie di
kimono…lui era semi nascosto dalle tenebre, mangiato dall’oscurità.
I
due parlavano. Avrei voluto avvicinarmi e ascoltarmi, ma qualcosa mi impediva di
muovermi…come se i due fossero in un'altra dimensione. A un certo punto lui ha
alzato la mano…credevo stesse per schiaffeggiarla, ma è successo qualcosa di
più terribile! Il braccio cadendo ha attraversato il corpo della ragazza…Ho
subito provato a correre in suo aiuto…Ma un dolore mi ha preso al petto, e
sono caduta per terra. Stringevo con i pugni la mia maglia all’altezza del
seno, mentre non riuscivo più a respirare….Ho urlato…urlato….
…E
mi sono svegliata sudata nel mio letto, mentre mio fratello mi scuoteva "Ma
cos’hai? Un incubo? Ti ho sentito fin dall’altra stanza! Tranquilla, era
solo un sogno!"
Un
sogno…eppure mi aveva lasciato una brutta impressione…Una volta rincuorato
mio fratello assicurandoli che stavo più che bene, mi girai e provai a
riaddormentarmi.
"E’
proprio così!" la ragazzina era seduta con le gambe incrociate sulla palla
rossa dove di solito era seduto Kakyou, che invece si era sistemato su una
specie di croce rovesciata di lato. Sembrava immerso in altri pensieri e subito
non le rispose.
"Insomma
hai sentito cosa ti ho detto?" insistette lei, corrucciata.
"Sì"
rispose il ragazzo dopo un attimo "ma mentre mi raccontavi come è successo
l’incidente, mi è venuta in mente un’altra cosa"
"Ohhh
cosa?"
"La
morte di una persona speciale"
"Investita,
come me?"
"No…ma
anche lei è stata uccisa da qualcuno"
"Mi
spiace! La mamma aveva mandato me e mio fratello maggiore al supermercato e
mente attraversavamo la strada…ma mio fratello dov’è? Chissà…"
"Te
lo posso dire io. Non è in coma come te, si è solo rotto una gamba, ma sta
guarendo"
"Uffa!!!
Vorrei svegliarmi e guarire anche io" protestò lei, chiudendo le braccia
attorno le gambe.
"Non
puoi…pian piano, ti stai congedando da questo mondo, vedi" disse lui
spaziando con la mano tutto ciò che c’era attorno a loro "ogni giorno
sali sempre più in alto, tra poco non potrò raggiungerti nemmeno io"
"Quando
succederà non mi verrai più a trovarmi Kakyou? Uffa, mi annoierò!… Ma
magari lassù troverò mio nonno…" mormorò lei guardando verso il cielo
"però vorrei tornare giù….
…
Certo che" aggiunse poi ridendo "prima di andarmene, vorrei vedere il
tuo volto…è sempre coperto dai capelli!" la ragazzina provò ad
allungare le mani verso il viso bianco del sognatore, ma lui dolcemente gliele
fermò "Mi spiace, ma non posso…"
Un
ombra attraversò il cielo.
"Chi…chi
era?" disse la ragazzina spaventata, quasi alzandosi in piedi.
"Niente.
Il tempo dell’accordo sta scadendo"
"Quale
accordo? E’ qualcosa di cattivo?"
"Stai
tranquilla…c’è ancora un po’ di tempo…Tu, perché vorresti tornare
indietro?"
"Che
domande! Per la mia famiglia! Per le persone che voglio bene…Per le cose che
non ho ancora fatto e vorrei fare…" la ragazzina si rimise a sedere.
"E
se non ci fosse nessuno cui volessi bene…niente che vorresti più fare…non
desideresti morire? Che il mondo ci fosse o non ci fosse non diventerebbe per te
la stessa cosa?"
"Ma…
a dir la verità non riesco ad immaginare un dolore e una solitudine così
profonda…"
"Sei
stata molto fortunata e amata allora, ecco perché ti stai congedando dalla vita
in un modo così calmo…" pensò silenziosamente lui, accarezzandole i
capelli.
"Però…immagino
che anche io la penserei così" concluse seria lei.
"Già…"
l’uomo sembrava di nuovo perso in tristi pensieri "sai…con una
persona…"
"Un
tuo amico?"
"Beh…una
cosa del genere…" rispose Kakyou "…dicevo, con lui ho fatto una
specie di accordo. Volevo vedere se davvero non ho niente per cui vivere, se
davvero non esiste più qualcuno che posso amare e per la quale vorrei tenere in
piedi il mondo. Così gli ho chiesto un po’ di tempo per cercarla…ma
evidentemente morta lei non c’è nessun’altra…"
"Ma
io, per esempio, ti voglio bene Kakyou!"
Il
veggente riabbassò lo sguardo e sorrise impercettibilmente della spontaneità,
ma anche dell’ingenuità, della bambina "Grazie Kuni. In ogni modo non
c’è nessuno…anche tu tra poco te ne andrai. Quando lui me lo chiederà,
probabilmente dirò di sì"
"E…cosa
dovrebbe chiederti?"
Mentre
Kakyou stava per rispondere, una musica dolcissima e malinconica riempì
l’aria, e lo spazio si fece improvvisamente più luminoso. La ragazzina si alzò
subito in piedi preoccupata e spaventata. Lui, invece, calmissimo, le mise una
mano sulla spalla, guardandola negli occhi: "Un giorno, spero ci
rivedremo".
Bip…bip…bip…il
suono si fa sempre più flebile…debole…finché svanisce.
Nella
stanza si trovano dottori, infermiere e la famiglia... Lo sapevano, li avevano
avvertiti che sarebbe successo, che quel giorno sarebbe potuto arrivare, ma era
così terribile, così improvviso…così anche ingiusto. Si strinsero forte.
La
porta della camera era rimasta spalancata. Un infermiera uscì di fretta e,
senza badare a chi c’era, andò a sbattere contro un ragazzo che stava
passando nel corridoio "Scusi…mi spiace" mormorò, poi lo riconobbe
"Ah, ma è lei signor Sumeragi! E’ venuto per la visita di controllo al
suo occhio destro?"
"Sì…era
oggi" rispose il ragazzo, con in mano un foglio medico.
"Mi
scusi…dovrà aspettare un attimo. Si è appena verificato un decesso di un
paziente…una ragazzina in coma... La prego di attendere in sala d’aspetto,
non può stare qua ora"
"Ma
certo" rispose lui.
L’infermiera
si allontanò in tutta fretta, ma Subaru, invece di incamminarsi, rimane per un
attimo davanti alla porta della stanza. Si appoggiò contro la parete alle sue
spalle. Quella situazione gli ricorda un fatto del passato…venire in ospedale,
in qualsiasi ospedale gli faceva male, troppo male… (4)
…"per
me sei come un oggetto, non faccio differenza tra te e un bicchiere
rotto"… gli ricordò urlando una voce nella testa…
Appoggiò
la mano sinistra sull’occhio destro. Una figura nera comparve davanti al suo
unico occhio vedente. Scosse la testa per farla sparire, mentre cacciava la voce
nei rifratti più nascosti della sua memoria. Lentamente, cercando di pensare a
qualcosa di più allegro, si avviò verso la sala d’aspetto.
"Addio
Kakyou " la ragazzina stava pian piano svanendo davanti agli occhi del
veggente. Eppure non sembrava triste.
"
Addio" Mentre il sognatore con un gesto la salutava, qualcosa comparve
dietro le sue spalle. C’era qualcuno...chi?
Di
nuovo l’uomo di spalle. E’ lui. Ma questa volta è molto più vicino che le
altre volte. Questa volta gli toccherò una spalla e lo costringerò a
voltarsi…Mi avvicino correndo…
Chi
c’era? Kakyou non riusciva a percepirlo…la ragazzina era oramai
completamente svanita…allora chi era l’altra presenza? Decise di voltarsi…
Tendo
la mano verso lui…si sta voltando…
Vede
qualcosa…ma è… una ragazza?
Riesco
a sfiorarli la spalla…si è voltato verso di me…
KABOOM!
Lo spazio si frantumò in mille pezzi. Sparisce la palla rossa, la croce
rovesciata, la musica e il cielo…Dietro i pezzi compare l’ombra che aveva
solcato il cielo prima, Fuma.
"Ah,
sei tu Fuma?" disse Kakyou, deluso.
"E
chi credevi fossi?" sorrise invece lui "Il tempo è passato. Devi
darmi una risposta"
"Non
l’ho trovata. Non c’è niente che ami. Non esiste nulla al mondo che mi
trattenga. Che mi faccia desiderare di mantenere il mondo. Di non
morire…"
"E
allora…tessi il sogno con me Kakyo. Io esaudirò il tuo desiderio…"
sorrise "Benvenuto tra i Draghi della Terra…o meglio, bentornato"
"…Sì"
DRINNNNN
Il suono della sveglia mi destò improvvisamente. "Noooo!!" mormorai.
Accidenti! L’uomo del mio sogno si era voltato. L’avevo raggiunto. Gli avevo
toccato la spalla. I nostri sguardi si erano un attimo incrociati e poi…tutto
era sparito!!! Che sfortuna!!!
Mi
tirai su dal letto. Quel ragazzo aveva dei bellissimi occhi dorati. Mi scappò
un sospiro. Non era neanche brutto…anzi. E con uno sguardo dolce e triste. Mi
piaceva proprio! Peccato fosse solo un sogno. Se fosse stato reale, avrei anche
potuto innamorarmi di una persona così.
Mi
alzai e mi preparai per andare a scuola.
FINE
–
Mari
Note:
1.
Penso proprio che stia parlando di Beast…
2.
Come un barbone! Per di più indossa sempre la stessa divisa…^^
3.
E’ il rumore delle sirene dell’ambulanza…si capisce? ^^
4.
Riferimento agli ultimi numeri, 6 e 7, di "Tokyo Babylon"