RSG - VACANZE

Cortina: anticipo di stagione sulle piste da sci Cortina d'Ampezzo

- Sciatori preparatevi: quest'anno la stagione parte in anticipo! A Cortina le abbondanti nevicate dei giorni scorsi hanno depositato sulle piste un denso manto di 60-70 centimetri. Mentre gli anni scorsi era stato possibile infilare sci e scarponi solo da fine novembre, già da domani a Col Gallina-Passo Falzarego apriranno i primi impianti di risalita: la seggiovia triposto e lo skilift. A disposizioni degli sciatori ci saranno quattro piste di media difficoltà e una per lo slalom gigante con un sistema di cronometraggio automatico: il tutto su un tracciato che parte da 2.372 metri scendendo fino a quota 2.080. Se pensate di arrivare in auto per raggiungere gli impianti di Col Gallina dovete percorrere la statale 48 delle Dolomiti, con un solo accorgimento: non dimenticate le catene! Per ulteriori infomazioni su Cortina e i suoi impianti sciistici potete consultare i siti:

www.Neve.Travelonline.it

www.Cortina.Dolomiti.Org

Cortina-Official Web Site


Noto, 9 novembre 2000

Come vetrina per una rassegna di musica seicentesca, proprio non si potevano trovare luoghi più adatti. Parte oggi, nel cuore della Sicilia, la prima edizione del "Festival Barocco", una manifestazione che ruota intorno alla splendida città di Noto, raffinato e superbo tempio di architettura seicentesca, ma che si estende (fino al 19 novembre) anche alla vicina Siracusa e a Palazzolo Acreide. Il programma è di quelli da non perdere: Antonio Vivaldi, con Le quattro stagioni, e un violinista d’eccezione come Antonio Salvatore, sono i protagonisti assoluti dei due giorni inaugurali, oggi alla Basilica di San Paolo a Palazzolo e domani tra le volte imponenti della cattedrale di Siracusa. Il palcoscenico si aprirà su Noto, invece, a partire da sabato 11, quando al Teatro Comunale verranno eseguite le note di Domenico Cimarosa e quelle di un inedito di Matteo D’Amico, "La finestra su Kensington". Tra le altre, da ricordare le date di martedì 14, animata dalla presenza del soprano Emanuela Barazia e dalle musiche di Frescobaldi, Purcell e Paisiello, e poi i tre giorni di chiusura, dal 17 al 18 novembre, interamente dedicati alla musica barocca delle corti spagnole. Gli archi, le note e le vibrazioni della musica seicentesca saranno il miglior viatico possibile per riscoprire l’arte e le atmosfere di Noto, una delle tante perle siciliane, troppo spesso dimenticata negli itinerari turistici. "Festival Barocco", dal 9 al 19 novembre a Noto, Palazzolo Acreide e Siracusa


Douz: si apre la porta sul Festival del Sahara

Douz, 8 novembre 2000

Nel cuore del deserto più famoso del mondo, per sentirsi come Lawrence d'Arabia: almeno per quattro giorni. A Douz, nell'oasi più sahariana del sud tunisino, ogni anno viene ospitato un affascinante festival all'insegna della tradizione e dell'avventura. Villaggio tipicamente desertico e circondato da impervie dune di sabbia, Douz conserva con cura gli antichi costumi che ripropone annualmente all'interno del Festival del Sahara. Dall'8 fino all'11 novembre è possibile riscoprirli e viverli in prima persona in groppa ai cammelli, all'interno dei mercatini artigianali, o assistendo alle rievocazioni dei matrimoni tradizionali. Il silenzio del deserto si spezza improvvisamente sulle note di una musica magica e intensa e i giardini di palme dattifere fanno da palcoscenico virtuale a una lunga sequenza di manifestazioni, di riti locali e di insolite competizioni. Avvolti dal profumo del the verde e dal soffio del caldo vento africano varcate la soglia della "porta del deserto" e immergetevi nella magia del Festival di Douz, alla scoperta dei segreti del Sahara. Per ulteriori informazioni: http://www.tourismtunisia.com/


ITALIA: TOLMEZZO, NEL CUORE DELLA CARNIA

A giungere impreparati a Tolmezzo e dintorni, può capitare di rimanere frastornati origliando nelle conversazioni degli autoctoni mentre ci si appresta ad acquistare il giornale o molto più semplicemente si passeggia per la centrale piazza XX Settembre: il fatto è che l'impenetrabile cintura di montagne che avvolge l'intera Carnia, di cui Tolmezzo è il centro indiscusso, ha contribuito a mantenere per secoli intatto un idioma, il ladino, che a queste latitudini non è possibile liquidare come semplice dialetto, ma si deve considerare alla stessa stregua di una lingua autonoma, con tutte le sue leggi e implicazioni. E la lingua non è la sola caratteristica che i cjargnei - i Carnici, secondo le sonorità di quella terra - hanno saputo mantenere inalterata: la storia insegna che da quelle parti nessuno è riuscito ad avere vita facile, né il Patriarca di Aquileia nel XV secolo, né gli Austriaci, oggi cordiali dirimpettai, né tantomeno i Tedeschi, che a stento sostennero la vivacità delle brigate partigiane durante l'ultima guerra. Non servono indagini sociologiche raffinate per scoprire che è alla caparbietà del loro carattere che si deve quella che altrove è vissuta come una limitazione del comportamento: ma non fosse stato per questo lato forte dell'indole, i Carnici non si sarebbero potuti conservare come comunità autonoma. La terra, infatti, è stata avara con loro, dominata com'è da montagne aspre e vallate poco fertili, tanto che è stata l'emigrazione la costante che per decenni ha comunque unito invece di disintegrare. E oggi qualcosa sta mutando, e non perché all'indomani del tragico terremoto del 1976 l'economia ha potuto rifiorire grazie alla ricostruzione, quanto perché la Carnia è una terra che sa affascinare chiunque le si pari davanti e ne osservi le straordinarie ricchezze paesaggistiche. Molti si limitano a un effimero mordi e fuggi sciistico nei dintorni (più Veneti che Carnici, a dire il vero) di Forni, ignorando quanto di buono e bello hanno da offrire Tolmezzo, Sauris, Ravascletto, Ovaro, la Val Pesarina e il Canale di Gorto, tanto per citare le località più interessanti. Carnia, Cadore, Comelico e Carinzia sembrano un'unica entità territoriale caratterizzata da splendidi scenari alpini, impreziositi da ettari ed ettari di boschi pressoché incontaminati. Per impratichirsi di questa terra è da Tolmezzo che si deve partire, cittadina di origini molto probabilmente romane, sviluppatasi al massimo del suo fulgore nel XVII secolo e poi appisolatasi in attesa di tempi migliori: dopo una camminata sotto i portici di piazza XX Settembre, non si può prescindere da una puntata a Palazzo Campeis, sede del Museo carnico delle arti popolari che da solo è in grado di fornire uno spaccato degli ultimi cinque secoli di vita della società locale. Solo dopo si potrà salire in macchina e dirigersi verso Socchieve, paese nei pressi del quale si stacca un'ardita strada che conduce fino ai Tramonti, una zona assai suggestiva dominata dal lago artificiale omonimo che, nei periodi di magra, lascia intravedere gli insediamenti che le acque bloccate dalla diga hanno finito per sommergere. La zona è poi impreziosita dalle due comunità di Tramonti di Sotto, con la splendida pieve quattrocentesca di Santa Maria Assunta, e Tramonti di Sopra, con alcune strutture ricettive per trascorrere vacanze in assoluta pace e tranquillità. La voglia di movimento può essere soddisfatta spingendosi di nuovo a Tolmezzo, dove non si può perdere una cena al ristorante "Roma" (piazza XX Settembre 14, tel. +39/0433/2081) a base di piatti della tradizione carnica come la jotta o i cjarsons, oppure sconfinando sino a Venzone, interamente ricostruita dopo il sisma, ma ancora in grado di scuotere il torpore della vita nelle valli: trovandosi lì, consigliabili sono le carni alla griglia del ristorante "Caffè vecchio" (via Mistruzzi 2, tel. +39/0432/985011), degno di una visita anche solo per la sua ubicazione.

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