ITALIANO * VENTOTENE
Il porto romano scavato nel tufo, la peschiera, gli imponenti resti archeologici di villa Giulia, e le cisterne di villa Stefania testimoniano l'importanza che già dai tempi antichi aveva l'isola di Ventotene. L'antico borgo marino, la chiesa di S. Candida, il Forte Torre ed il maestoso carcere sull'isolotto do S. Stefano sono i più importanti monumenti borbonici di Ventotene.
La formazione di Ventotene e Santo Stefano risale a circa 100 milioni di anni fa, quando sul fondale marino si aprirono profonde fratture da cui affiorò materiale magmatico che diede origine, ad esempio, ai vulcani poù antichi di quella che oggi è conosciuta come Italia centrale: Monte Amiata in Toscana, i Monti Cimini e Vulsini e i Colli Albani nel Lazio, il Vesuvio in Campania e le Isole Pontine.
Ventotene e Santo Stefano sono composte principalmente da tufi gialli, trachiti e basalti, Ventotene è quasi interamente tufacea, ad esclusione della zona sud-ovest compresa tra Capo dell'Arco e Punta Pascone che è essenzialmente basaltica: dal mare, in particolare, è possibile apprezzare la policromia di gialli delle stratificazioni rocciose della costa che d'improvviso si compenetra con il nero del basalto. Santo Stefano, invece, è soprattutto basaltica, con componenti trachitiche; la sua cistra risulta perciò profondamente frastagliata e a picco sul mare circostante.
Il 12 dicembre del 1997, il Ministero dell'Ambiente ha dato il via all'istituzione dell'area Naturale Marina Protetta "Isole di Ventotene e Santo Stefano".La riserva, in particolare quella marina, era stata più volte invocata dall'amministrazione comunale. Questo perchè Ventotene e Santo Stefano rappresentano, senza dubbio, aree naturali da preservare. Tanto più che la presenza umana e turistica non hanno determinato il degrado che purtroppo si osserva in altre parti d'Italia. L'istituzione della Riserva, fin dal momento in cui é stata decisa, é apparsa come una scelta azzardata agli occhi di alcuni ventotenesi, spaventati dalle ripercussioni che apporterà all'indotto turistico classico. Ma, al contrario, la riserva costituisce una grande occasione per le due isole: la possibilità di migliorare il modo di concepire il turismo e anche la nascita di nuove fonti di guadagno. Certo, sempre che nel progetto ci sia il coinvolgimento dell'intera popolazione e sempre che i ventotenesi siano disposti a credere fino in fondo a queste chances ambientalistiche ed economiche.
E' anche vero che tale coinvolgimento arriverà insieme alla dovuta e chiara dimostazione di una verità incontrovertibile: con la riserva naturale verranno rispettate le tradizioni isolane. E per avere garanzia di ciò, la popolazione non dovrà fidarsi delle parole , ma esercitare un proprio diritto: avere parte diretta e attiva nelle scelte da prendere.
Una cosa é sicura: non cogliere l'opportunità della riserva, significherebbe perdere non solo un'occasione di maturità - fors'anche intellettuale - ma pure la prospettiva di un futuro "possibile".
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