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Euclide megarico

 II metà V sec.-prima  metà IV sec. a C

 

[fedele discepolo di Socr., i  discepoli di quest'ultimo (tra i quali Plat.) si rifugiarono al suo paese dopo la morte del maestro. Necessità di contraddire il SENSO COMUNE, la conoscenza comune, per poter inferire la metafisica dell'UNO. L'ente unico (parmenideo) è l' 'άγαθόν =il bene

[di Megara (o di Gela), i suoi seguaci furono detti prima Megarici poi Eristici (confutatori) infine Dialettici. Il sommo bene è uno solo, anche se con vari nomi (ora prudenza, ora dio, ora mente). Tutto ciò che è contrario al bene non esiste. Non ammetteva l'argomento per analogia (se tra due cose simili, allora è pertinente la simiglianza e non l'analogia, se tra due cose dissimili, il parallelo è superfluo) [per Kant, alla fine dei Prolegomena, l'analogia è tra dissimili, p.e. uomo vs Dio, ed ha valore solo di "come se" i].  

Ne parla Diogene Laerzio nelle Vite dei filosofi,II,ii

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