L’ASTRONOMIA PER I CELTI

 

Grazie agli scritti degli storici latini e greci ci sono pervenute numerose notizie sul rapporto che ebbero le popolazioni  celtiche con i  fenomeni astronomici, la loro interpretazione e, in generale, l’ osservazione del cielo. Servendosi delle moderne tecnologie è possibile ricostruire con precisione la mappa celeste del tempo, potendo così ricollegare i reperti archeologici a precisi avvenimenti  astronomici. I cultori dell’ Astronomia erano i Druidi, sacerdoti celti, che erano già allora in grado di prevedere molti fenomeni. C’era presso i Celti  un forte collegamento tra le pratiche agricole e i rituali ad esse connessi e gli avvenimenti astronomici. Lo studio di alcuni Nemeton, cioè dei recinti sacri, e oppida mostra come essi siano stati edificati presso siti ben precisi, per la loro particolare orientazione nello spazio.

 

LE VASCHE MONUMENTALI DEI CELTI

 

Capita frequentemente di trovare all’interno degli oppida delle vasche rituali, anche definite “vasche o bacini monumentali”, che avevano anche la funzione di validissimi collettori idrici, dato che i Celti attribuivano caratteristiche divine alle fonti e anche all’acqua stessa. La stessa Sequana (nome celtico della Senna) era venerata come una dea. I Druidi si occupavano di persona della progettazione e la direzione dei lavori di edificazione delle vasche, per questo è logico aspettarsi che esse venissero situate in luoghi con forte significato rituale.

 

IL BACINO MONUMENTALE DI BIBRACTE

 

Si tratta di una vasca in pietra, a forma ellittica, risalente al I secolo a.C.

 

Si trova al centro di quello che all’epoca doveva essere il centro della capitale dello stato degli Edui, l’Oppidum di Bibracte. Numerose informazioni sul livello di civilizzazione di questa popolazione sono rintracciabili nel “De Bello Gallico” di Cesare. Grazie a questa enorme vasca monumentale i druidi riuscivano ad indicare con precisione la data della festa di Trinox Samoni e l’ inizio dell’inverno.

L’asse minore del bacino è infatti disposto in direzione del punto dei prima visibilità della stella Antares durante la levata eliaca.

Lo stesso asse punta nella direzione opposta , verso il punto dell’orizzonte fisico locale, in corrispondenza del quale tramontava il Sole durante il solstizio d’estate.

Anche questo dato era fondamentale per individuare altre importanti festività quali quella di Lughnasa. Durante l’Età del ferro la predizione era semplice dato che bastava aggiungere alla data del solstizio un mese lunare esatto, e quindi seguendo il calendario celtico (come quello di Coligny) , bastava considerare lo stesso giorno del mese celtico successivo.

 

 

Francesca Gattuso

 

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