UNIONE EUROPEA / LOTTA AL TERRORISMO
INTERVISTA A GIJS DE VRIES
La lotta al terrorismo in Europa e la strategia comunitaria contro il terrore sono state al centro dell'intervista di Sergio Nava con Gijs de Vries, il coordinatore europeo antiterrorismo. Il punto di partenza � stato il pi� immediato, nei pensieri dei cittadini dell'Unione. Quanto � alto, oggi, il pericolo attentati?

DE VRIES:
Mi spiace constatare che il pericolo attentati resta alto in Europa, e rester� probabilmente alto per un lasso di tempo considerevole. Le forze di polizia nazionali e le diverse intelligence sono riuscite a sventare numerosi attacchi, alcuni dei quali su vasta scala, in numerosi Stati membri. Sfortunatamente per� non possiamo prevenirli al 100%. Viviamo in societ� aperte, dove io e lei possiamo andare a teatro o allo stadio, in luoghi cio� molto frequentati. Ci sar� quindi sempre un elemento di vulnerabilit�. Ma il buon livello di cooperazione a livello nazionale e internazionale ci ha permesso sinora di sventare numerose minacce.

NAVA: Lei parla di numerosi attentati sventati. Ci pu� fornire un numero, almeno indicativo?

Non penso sia il punto rivelare quanti attacchi abbiamo neutralizzato. Il punto � la minaccia che grava su tutta l�Europa e anche sugli interessi europei al di fuori del Continente. Stiamo fronteggiando una minaccia globale, non possiamo limitarci a difendere solo i nostri Paesi. Per questo lavoriamo a stretto contatto con gli Stati Uniti e con altre nazioni.

L�Italia � considerata un Paese a rischio, in vista delle prossime Olimpiadi invernali e delle elezioni politiche. Avete allerte particolari riguardanti il nostro Paese?


C�� una buona cooperazione tra le forze di intelligence e di polizia europee, soprattutto a livello di scambio di informazioni. Ho molta fiducia nella qualit� dei servizi segreti italiani. Sono molto professionali e faranno di tutto per rendere questi eventi sicuri.

Ma i rischi connessi a questi appuntamenti vi preoccupano, a livello europeo?


Ciascun evento sportivo di richiamo presenta un rischio. E� chiaro che il Paese che ospita l�evento fa di tutto per renderlo sicuro. Finora questi sforzi hanno avuto successo. Certamente la sicurezza non � mai al 100%. Ma una cosa chiara: i servizi segreti sono consci di qualsiasi possibile rischio, e stanno lavorando duramente per prevenirlo.

Qual � la struttura di Al Qaeda, oggi, in Europa, secondo le vostre informazioni di intelligence?

Innanzitutto non � stato ancora stabilito un collegamento certo tra Al Qaeda e gli attentati di Londra, nonostante le rivendicazioni dei mesi scorsi. In secondo luogo, Al Qaeda ha subito una grave perdita con la sconfitta dei Talebani in Afghanstan. Hanno perso la loro base fisica. Al Qaeda non � pi� la forza operativa diretta a livello centrale, ma � un nemico pi� complesso, perch� si � diversificata. Punta pi� ad ispirare che a organizzare. Anche usando internet. Le sue tattiche sono divenute pi� virtuali. Inoltre abbiamo alcuni piccoli gruppi che sostengono di agire sulla base dello spirito del messaggio di Bin Laden, Zawahiri e Al Zarkawi.

L�Unione Europea ha recentemente approvato una strategia di lotta al terrorismo, molto ricca nelle linee generali, ma apparentemente meno incisiva sulle misure pratiche. Pu� spiegare ai nostri ascoltatori, con esempi concreti, come il lavoro tra Paesi membri dell�Unione Europea pu� incidere nella lotta al terrorismo?


Sar� molto preciso. Lei ricorda l�11 settembre. Dopo quegli attacchi l�Europa ha alzato il livello di sicurezza nei propri aeroporti. Nuove regole sono state adottate per aumentare gli standard. Ora vediamo i primi risultati: la sicurezza dei nostri aeroporti � oggettivamente
migliorata. Un altro esempio: la cooperazione di polizia. Il mandato di arresto europeo velocizza i tempi di estradizione, riducendoli da 12 a meno di 2 mesi. L�Italia ne ha emesso uno �non molto tempo fa- contro un algerino detenuto in Francia. L�estrazione � stata rapida. Il terzo esempio riguarda la lotta contro il finanziamento dei terroristi: le norme europee rendono pi� semplice lo scambio di informazioni tra le autorit� comunitarie, fermando il flusso di denaro.
Il coordinatore europeo antiterrorismo Gijs De Vries
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LA
SECONDA
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DELL'
INTERVISTA
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