CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA
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LE CONCLUSIONI DELL'AVVOCATO GENERALE NELLA CAUSA SULL'IRAP (17/3/2005)


Primo stop in sede europea per l'imposta regionale sulle attivit� produttive: l'Avvocato Generale della Corte di Giustizia ha definito l'Irap "incompatibile col diritto comunitario". Nei prossimi mesi � attesa la sentenza definitiva della Corte.

Troppo simile all'Iva, e per questo in contrasto con la sesta direttiva quadro dell'Unione Europea: l'Avvocato Generale della Corte di Giustizia fa proprie le obiezioni sollevate lo scorso novembre dalla Commissione, ponendo seri interrogativi sul futuro dell'Irap. Ma non risparmia una ciambella di salvataggio alle casse delle regioni italiane, che potrebbero venire sommerse da una pioggia di richieste di rimborso: citando le cifre fornite dal Governo, che ha quantificato in oltre 120 miliardi di euro la somma da restituire, l'Avvocato Francis Jacobs suggerisce una limitazione temporale degli effetti di un'eventuale sentenza negativa, evitando cos� di estendere fino a due anni il diritto retroattivo al rimborso. Una nuova data di riferimento dovrebbe quindi venire stabilita dai giudici del Lussemburgo, anche attraverso una nuova udienza. Le conclusioni dell'Avvocato non sono vincolanti, ma vengono quasi sempre accolte nel testo della sentenza. L'Irap � stata istituita nel 1997: attualmente, garantisce un gettito annuale di circa 32 miliardi di euro.


LE CONCLUSIONI DELL'AVVOCATO GENERALE NELLA CAUSA SUL DECRETO ANTI-EDF (3/3/2005)


Prima bocciatura della Corte di Giustizia Europea nei confronti del cosiddetto decreto "anti-Edf", varato alla fine del maggio 2001 dal Governo Amato. Per l'Avvocato Generale viola le norme comunitarie: il parere, non vincolante, dovrebbe essere confermato tra pochi mesi da una sentenza della Corte del Lussemburgo.

Il decreto legge a salvaguardia della liberalizzazione e privatizzazione di specifici settori dei servizi pubblici pregiudica la libera circolazione dei capitali in Europa. E' senza appello la bocciatura pronunciata dall'Avvocato Generale della Corte di Giustizia, Juliane Kokott, nei confronti del decreto anti-Edf, uno degli ultimi atti della passata legislatura di centrosinistra. Il decreto -gi� convertito in legge- riguarda la liberalizzazione di societ� operanti nei settori dell'elettricit� e del gas. Prevede che il diritto di voto delle imprese pubbliche monopoliste venga congelato al 2%, quando le societ� partecipate in Italia acquisiscono nuova capacit� di generazione di energia o distribuzione di gas. Un decreto fatto su misura per il
gigante francese Edf, che detiene un'importante fetta dell'italiana Edison, sia attraverso una partecipazione diretta di poco superiore al 2%, sia mediante una significativa partecipazione nell'azionista di riferimento Italenergia. Per la Kokott, il decreto rappresenta un tentativo di influenzare l'accesso di determinati investitori ai mercati energetici nazionali.


LE CONCLUSIONI DELL'AVVOCATO GENERALE NELLA CAUSA SUL FALSO IN BILANCIO (14/10/2004)

L'avvocato generale della Corte di Giustizia Europea, Juliane Kokott, ha bocciato la nuova normativa italiana sul falso in bilancio, nelle sue conclusioni davanti alla Corte. Una sentenza definitiva non � attesa prima del 2005.

"La pubblicazione di un bilancio falso va equiparata all'omessa pubblicazione dello stesso. Gli Stati membri dovrebbero comminare sanzioni adeguate". Con questa motivazione l'avvocato generale Kokott ha sostanzialmente bocciato la legge sul falso in bilancio, approvata dal Governo Berlusconi nel 2001. A determinare l'intervento della Corte di Giustizia era stato -tra gli altri- un rinvio pregiudiziale del Tribunale di Milano, dove lo stesso Berlusconi � imputato di questo reato. Secondo la Kokott, una legge penale pi� favorevole -come � da ritenersi quella italiana- adottata successivamente alla commissione del reato, pu� essere disapplicata se contrasta o non corrisponde ai requisiti del diritto comunitario. Per Gaetano Pecorella, presidente della Commissione Giustizia della Camera, queste conclusioni sono "sbagliate"; mentre il responsabile Giustizia della Margherita, Giuseppe Fanfani, parla di "segnale pesantissimo" nei confronti delle leggi favorevoli al premier. Le conclusioni dell'Avvocato Generale costituiscono la penultima tappa di giudizio: non hanno valore giuridico, ma vengono spesso riprese dai giudici chiamati a formulare la sentenza.
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AL
PRESIDENTE
DELLA CORTE,
VASSILIOS
SKOURIS
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