CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA
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LA SENTENZA DELLA CORTE DI GIUSTIZIA SUL CASO DEI RIMBORSI PER I PASSEGGERI AEREI (10/1 /2006)

I passeggeri aerei vittime di  cancellazioni o ritardi prolungati dei voli hanno diritto ad  essere indennizzati, cosi' come prevede il regolamento adottato  nel febbraio 2004 dal Parlamento europeo e dal Consiglio. Lo ha stabilito la Corte di  giustizia del Lussemburgo.

L'Europa manterr� i diritti dei passeggeri aerei: la Corte di Giustizia ha infatti bocciato i ricorsi della IATA, l'associazione che raggruppa 270 compagnie aeree, e dell'associazione che raggruppa i vettori a basso costo. Le quali contestavano il regolamento comunitario del febbraio 2004, che fornisce ai passeggeri garanzie in caso di negato imbarco, cancellazione del volo o ritardo. Nello specifico, chi perde il volo per cancellazione pu� scegliere tra il rimborso del biglietto e l'imbarco su un volo alternativo. Tra le compensazioni invece figurano l'assistenza gratuita in aeroporto e una somma in denaro. Il ritardo del volo prevede infine l'obbligo di offrire al passeggero un'assistenza in aeroporto. La Corte di Giustizia, nel bocciare il ricorso, ritiene il regolamento comuniatrio valido, in quanto non viola il principio di proporzionalit�, garantendo il risarcimento immediato dei danni subiti, ed � compatibile con la Convenzione di Montreal, che disciplina le responsabilit� del vettore aereo. Respinto anche il ricorso delle compagnie low-cost che -in base ai prezzi praticati- chiedevano un diverso trattamento.

LE CONCLUSIONE DELL'AVVOCATO GENERALE NELLA CAUSA SUL TRASFERIMENTO DEI DATI DEI PASSEGGERI AEREI ALLE AUTORITA' AMERICANE (22/11/2005)

L'avvocato generale della Corte di Giustizia Philippe Leger ha proposto di annullare l�accordo tra Europa e Stati Uniti, che consente il trasferimento dei dati personali dei passeggeri aerei alle autorita' americane.

La Commissione Europea e gli Stati membri non avevano il potere di  decidere sul trasferimento dei dati personali dei passeggeri aerei alle autorit� statunitensi. L�avvocato generale della Corte del Lussemburgo pone le basi per l�affondamento di uno degli accordi antiterrorismo pi� significativi siglati tra Europa e Stati Uniti, firmato sull�onda degli attacchi al Word Trade Center. Bruxelles, all�inizio del 2004, aveva ceduto alle pressioni di Washington, fornendo all�Ufficio Dogane americano l�accesso ai dati personali dei viaggiatori transatlantici: questi dati sono contenuti nel sistema di prenotazione e controllo,
meglio noto agli addetti ai lavori come PNR. Secondo l�Avvocato Generale, la direttiva comunitaria su cui si � basata la decisione di Commissione e Consiglio Europei, quella relativa alla libera circolazione dei dati personali, non costituisce un fondamento giuridico adeguato. Il pronunciamento costituisce una prima vittoria per l�Europarlamento, che si era appellato a Lussemburgo contro l�accordo euro-americano: tuttavia, per una sentenza definitiva, occorrer�
attendere la decisione dei giudici della Corte di Giustizia.


LA SENTENZA DELLA CORTE DI GIUSTIZIA SUL DIVIETO DI UTILIZZO DELLA DENOMINAZIONE "TOCAI" IN FRIULI (12/5/2005)

L'Ungheria si aggiudica in via definitiva la battaglia per l'utilizzo della denominazione del vino "Tocai". La Corte di Giustizia Europea ha definito valido il divieto di utilizzo in Italia di questa denominazione, sancito da un accordo del 1993. Respinto il ricorso presentato dalla Regione Friuli Venezia Giulia e dal Ministero delle Politiche Agricole.

L'addio resta fissato per il 31 marzo 2007: a quella data entrer� in vigore l'accordo siglato dodici anni fa tra la Comunit� Europea e l'Ungheria, che -sulla base del principio della tutela e del controllo reciproco della denominazione dei vini- assegna a Budapest l'utilizzo della denominazione Tocai. Nella contesa tra il secco friulano e il dolce ungherese, la Corte di Giustizia Europea ha privilegiato
quest'ultimo: per la Corte, se il Tocai friulano indica il nome di una variet� di vite, quello ungherese costituisce un'indicazione geografica. Il futuro si presenta ora incerto: la Regione non esclude nuove battaglie legali, rese difficili dall'inappellabilit� della sentenza europea, mentre il Ministero opta per un accordo politico con la controparte ungherese, ipotizzabile -se si far�- per la fine di agosto. Una cosa appare certa, come spiega Adriano Gigante, presidente della Federazione dei Consorzi Tutela Vini del Friuli Venezia Giulia: "se dovremo cambiare nome al vino, lo chiameremo "friulano"".
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INTERVISTA
AL PRESIDENTE DELLA CORTE VASSILIOS SKOURIS
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