Agrigento

Agrigento capoluogo di provincia, dista 72 Km. da Caltanissetta, 199 Km. da Catania, 107 Km. da Enna, 295 Km. da Messina, 139 Km. da Palermo, 136 Km. da Ragusa, 217 Km. da Siracusa, 182 Km. da Trapani.

Il comune conta 55.814 abitanti e ha una superficie di 24.457 ettari per una densità abitativa di 228 abitanti per chilometro quadrato. Sorge in una zona collinare litoranea, posta a 230 metri sopra il livello del mare.

Agrigento, terra del Mandorlo in Fiore, è una delle più caratteristiche cittadine agricole della Sicilia proprio per la mescolanza di splendidi mandorleti fioriti in primavera e vaste aree adibite a colture cerearicole nel periodo estivo. Non mancano le coltivazioni di vasti agrumeti ed oliveti che spiccano in tutta la produzione locale e sono alla base dell'economia isolana.

Nei secoli il nome Agrigento assunse diverse accezioni: i Greci la definirono Akragas che significa "la terra alta", i Romani la chiamarono Agrigentum, con gli Arabi fu Kerkent, i Normanni la denominarono Girgenti. Dal 1927 il comune ha assunto l'attuale nome di Agrigento.

Il paese venne fondato intorno al 580 a.C. da un gruppo di coloni ciprioti provenienti da Gela. Esso conobbe un primo periodo di splendore sotto il governo del tiranno Terone intorno al 490 a.C.. Devastata dai Cartaginesi, la cittadina risorse con il sovrano Timoleonte nel 340 a.C. circa. Nell'827 d.C. fu conquista degli Arabi che la resero più ricca e più bella per la costruzione di numerose moschee. Nel 1087 fu sede normanna. A partire dal XIV secolo il paese appartenne a diverse famiglie nobiliari quali quella dei Chiaramonte e dei Montaperto. Sotto la dominazione spagnola e dei Borboni la città conobbe un periodo di progressivo declino, poi venne infine liberata nel 1860 grazie all'intervento di Garibaldi.

Numerosi ed insigni sono i monumenti presenti in tutta la città fra i quali citiamo la Cattedrale eretta nel secolo XI dal vescovo Gerlando che racchiude una Cappella dedicata allo stesso e la Chiesa di San Nicola del XIII secolo adibita a Museo Archeologico. Da ricordare sono anche la Chiesa del Santo Spirito, con il limitrofo ed omonimo Monastero che è uno dei più antichi e ben conservati della Sicilia e la Chiesa del Purgatorio del XVII secolo in cui sono custodite otto statue allegoriche della "Virtù".

Inoltre troviamo la Chiesa di S. Maria dei Greci del XIII secolo la cui struttura sorge sopra un tempio del V secolo a.C..

"La più bella città dei mortali": così venne definita Agrigento da Pindaro poeta greco del V secolo a.C.. Essa nell'antichità fu una delle tre metropoli accanto ad Atene e Siracusa e fu patria di grandi filosofi come Empedocle e drammaturghi come il Premio Nobel Luigi Pirandello.

La Valle dei Templi

La Valle dei Templi rappresenta, tutt'oggi, la testimonianza più sublime della civiltà greca in Sicilia. Tra le campagne colme di mandorli in fiore, lo sguardo si poggia sui meravigliosi ruderi dei templi che nel tempo hanno conservato intatta la loro imponenza architettonica.

La Valle dei Templi sorge nella parte più a sud sulle vestigia dell'antica città e comprende numerosi templi edificati nel V secolo a.C.. Essi furono costruiti con tufi calcarei locali in stile dorico e rivolti verso est, per rispettare così il principio secondo cui la statua raffigurante la divinità, posta all'interno della cella d'ingresso, venisse illuminata dal sole nascente. La Valle è stata istituita a zona archeologica che si estende su una vasta area su cui si trovano, quasi allineati, i templi classificati con i nomi greci delle divinità. Percorrendo l'itinerario consigliato troviamo:

Il tempio di Zeus Olimpio (Giove), che venne edificato per ringraziare il dio Zeus, in occasione della vittoria del 480 a.C. degli agrigentini sui Cartaginesi. In origine il tempio, che fu uno dei più maestosi dell'antichità, era lungo 113 metri e largo 56 metri. Esso presentava una trabeazione sostenuta da colonne alte ben 20 metri alle quali si alternavano i cosiddetti Telamoni, cioè delle gigantesche statue con sembianze umane. Molti dei blocchi tufacei presentano tutt'oggi particolari incisioni a forma di U che servivano a contenere la corda con cui veniva sollevato e sistemato il blocco di pietra.

Il tempio di Castore e Polluce (Dioscuri), che venne eretto nel V secolo a.C., fu attribuito ai due gemelli nati dalla dea Leda e dal dio Zeus. Il tempio, che rappresenta il simbolo della città di Agrigento, conserva solo quattro colonne e una parte della trabeazione. Poco distanti da esso sono stati rinvenuti due altari sacrificali, uno quadrato e uno circolare, appartenenti probabilmente ad un originario santuario dedicato alle divinità infernali.

Il tempio di Eracle (Ercole), che è il più antico e di cui oggi sono visibili ben otto colonne rastremate (assottigliate verso l'alto per apparire più alte).
Guardando verso sud si trova la Tomba di Terone, grandioso monumento di pietra tufacea e di forma piramidale, che venne edificato per ricordare i soldati morti nella seconda guerra punica.

Il tempio della Concordia, che è l'unico giunto a noi nella sua integrità. Edificato nel 430 a.C., nel VI secolo a.C. esso fu trasformato in un edificio sacro, di cui sono ancora visibili le arcate inserite nelle mura della cella centrale. In esso sono presente imponenti colonne rastremate e la parte del fregio risulta decorata da triglifi e metope. Il nome Concordia deriva da un'iscrizione latina ritrovata nelle vicinanze del tempio stesso.

Il tempio di Hera Lacinia (Giunone), che venne edificato intorno al V secolo a.C. e incendiato dai Cartaginesi nel 406 a.C.. Esso fu attribuito a Giunone, dea protettrice del matrimonio e del parto, e ha mantenuto inalterato nel tempo il colonnato (solo in parte restaurato nel 1900) della cella d'ingresso. Uscendo dal tempio verso est si trova ancora l'altare del tempio.

 

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